VENEZIA 900
IL NOVECENTO ARTISTICO A VENEZIA
Il Secolo veneziano per antonomasia è il ‘700: Casanova, gondole e ventagli, Palazzi sul Canalazzo, Canaletto. Quindi per essere Bastian Cuntrari, cosa di meglio che richiamare i Giroli Veneziani (Ti fa davero, Orti Serenissimi, Fortuny) ricorrendo all’arte del Novecento: Edmondo Bacci (costruttivista lirico, spazialista) ed Emilio Vedova (espressionista astratto, informale gestuale). I due nomi si legano, ovviamente, a quello di Peggy Guggenheim che abbiamo incontrato nei Giroli a NYC: lei scopriva talenti e, nella sua vita veneziana, ha incontrato entrambi, cosicché nel suo Palazzo Venier dei Leoni troviamo le loro opere, tra Kandinsky, Picasso, Calder, Mondrian. Alla Guggenheim Venezia, Chiara Bertola ha curato una Mostra su Bacci: rassegna assai bella, che spiega l’evoluzione dell’artista, avendo raccolto molte opere di privati veneti, ma anche del MoMA di NYC. Bacci è stato professore di Stefano al Liceo Artistico, che lo ricorda come una persona schiva, e riservata, nessuna allure da “artista”. Emilio Vedova, invece, lo ricordo io negli anni ‘70, quando diffondevo l’Unità casa-per-casa dalla Sezione PCI di Dorsoduro: il suo era uno dei miei indirizzi, insieme a quelli di altri artisti come Pizzinato, in zona Salute-Zattere (un uomo gigante, con la tuta da operaio). A distanza di mezzo secolo faccio un mesclùn dei miei ricordi, e dei nomi di pittori veneziani (che magari c’entrano poco fra loro): Basaglia, Eulisse, Lodi, la Galleria del Cavallino, la Fondazione Bevilacqua La Masa. A Mestre, oggi, Fondazione M9 che ha allestito un eccezionale Museo del ‘900, multimediale (pregevole MA pochissimo noto e frequentato, acci), dedica il proprio spazio espositivo a Rivoluzione Vedova, curata da Gabriella Belli, direttrice dei Musei Veneziani MuVE. Luogo e opere sembrano fatte uno per le altre: immersione nelle materie di Vedova in saloni luminosi e bianchissimi. Qualcuno richiama Tintoretto, altri Jackson Pollock, io penso a qualche Futurista e a Rauschenberg, ma alla fine Vedova è Vedova, un grande che merita mostre come questa nella propria città. MuVE Contemporaneo ne allestisce altre due a Venezia, Vedova Plurimo al Museo Correr e a Ca’ Rezzonico. A M9, vediamo anche un film biografico, Dalla parte del Naufragio, voluto dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, che ha sede alle Zattere (poco lontano da dove portavo l’Unità). L’allestimento permanente ai Magazzini del Sale è di Renzo Piano (che collaborò con Vedova e Cacciari per un concerto di Luigi Nono a San Lorenzo Prometeo, 1984): le tele gigantesche si vedono a rotazione, grazie ad una meccanica originale che le prende-e-ripone, in magazzino. Nel film del 2023, Toni Servillo legge i Diari dell’artista: bravissimo, non gigiona e non travalica. Mi commuovo, al film, perché ritrovo una Venezia del secondo Novecento che ho vissuto direttamente, dal 1972: mi piacerebbe che proseguisse l’attenzione per quel contemporaneo, artistico e culturale (confido in Belli e Bertola, due brave assai). È vero che nessuno percepisce Ca’ Pesaro (Museo di arte Moderna) come il MoMA, il Pompidou, la Tate Modern. Eppure, acci, a Venezia, vive-ed-opera una Fondazione chiamata Biennale, che ha fatto il ‘900 artistico, non solo italiano.