TRA ADRIATICO E TIRRENO
TRA DUE MARI
Guardandosi indietro, è l’ultima vacanza primaverile fatta, prima del Covid: decisi di attraversare l’Italia all’altezza della sua pancia, da Adriatico a Tirreno, dove si è già stretta, sotto le braccia e le grandi tette padane. Se tracciate un quadrilatero irregolare, i vertici possono essere Baratti (Girolo Baratti), Orbetello, Ancona, Ascoli Piceno. Dentro ci sta di tutto un po’. Luoghi visti chissà quando come Orvieto, per un Congresso Enigmistico dei miei genitori; la Maremma (al tempo della tesi di laurea, che era sui Parchi); Siena (Girolo Siena); Assisi (nelle gite scolastiche con le Suore); Pienza e Arezzo, Montefalco, Perugia (tante volte); Ascoli Piceno, scoperta per caso; Ancona e il Conero (in campeggio, all’università). Nelle Marche, eravamo stati a trovare la figlia di Stefano che ha studiato ad Urbino, abitato e lavorato a Fano. Nel 2009 abbiamo alloggiato in un bellissimo hotel a Recanati, (Gallery?), girolato a Montelupone, Loreto, Tolentino e incontrato la meraviglia della Piana di Castelluccio. Dai terrazzini del Gallery, Recanati sembrava più bella di quanto non sia, in cresta ad un paesaggio collinare, vasto e composito, non dolce, non aspro, con una distinta personalità: Tullio Pericoli ha disegnato quei paesaggi, in modo esemplare. L’idea della traversata tra due mari, mi venne dopo aver letto un libro trovato chissà dove, su una strada, progettata e mai realizzata, proprio dentro la pancia, che mettesse in relazione i due fianchi (fegato e milza, per dire). Prenotai alcuni alberghi per le tappe principali e via. La fiducia con cui mio marito si affida alla Girolona, è commovente. In alcuni luoghi tornammo perché c’erano molto piaciuti, come Ascoli; in altri volevamo cambiare opinione da precedenti perplessità, come Ancona; in altri siamo arrivati per la prima volta, con sorprese o delusioni. Dico subito che tornare a Castelluccio, dopo il Terremoto del 2016 è stato raggelante: nel 2019 poco era stato intrapreso, nulla completato, regnava un’aria di indefinito disagio, strade sbarrate, cantieri deserti, rovine abbandonate. Il turismo volonteroso (molti a piedi, moltissimi in MTB) era, come noi, disorientato e non riusciva a raggiungere i posti, su strade che finivano nel nulla. Mi dicono sia ancora così, nel 2023. E per somma beffa, i soldi ci sono: fermi nelle banche e nei bilanci di Enti, che non sono capaci di spenderli.
ALLA SCOPERTA DI:
ADRIATICO
La prima prenotazione è stata fortunatissima: l’Hotel Emilia fuori Ancona è in posizione mozzafiato, con un dominio di prati verdissimi che precipitano in Mare; si vede il Conero nella sua magnificenza, in tutte le ore del giorno e si potrebbe riposare senza uscire dal suo parco, con piscina, campi da tennis e bocce, solarium, vista infinita. Da quella base, visitiamo Ancona e riusciamo finalmente ad apprezzarne il Duomo S. Ciriaco (sempre trovato in restauro, prima). Passeggiamo in centro, tra i Moli e le calli (alcune si inerpicano verso la collina). Andiamo a piedi dall’hotel fino a Santa Maria di Portonovo, bella e deserta; passeggiamo per Sirolo e Numana; sul Lungomare ceniamo in un posto raffinato, il Bocasalina. A Poggio di Ancona scopriamo la Trattoria Da Mafalda e ci facciamo adottare. È d’obbligo un passaggio ad Ascoli, città che ci piace sempre, con la sua piazza incantevole e i paraggi del centro antico (sosta d’obbligo al Bar Meletti). Nel 2009 avevamo dormito nella dependance di un hotel, con camere sulla piazza e arredi anni Cinquanta: ma era stata una delusione tornare al Ristorante storico che non era più quello di una volta. Alla sua originaria sede (un palazzo del ‘500) avevamo gustato un fritto misto ascolano (con le famose olive ripiene), da capogiro. Nel 2019, abbiamo un lungo itinerario da compiere per raggiungere la seconda prenotazione, che è sul Lago Trasimeno. Attraversiamo effettivamente l’Italia: Monti Sibillini (Girolo Fermo), poi Montefalco, Foligno e Perugia, senza tappe. Il paesaggio che attraversiamo mi richiama un girolo del 2005, fino a Sant’Anatolia di Narco (vicino a Spoleto) dove insegnai ad un Corso di Master: i paesi sono inerpicati sulle colline, come un dolce a girella; edifici color pane integrale; pittoreschi e tipici. È così anche Trevi. L’albergo del 2019, scelto (online), è molto bello, Relais Monte Solare, a Panicale, in posizione elevata e panoramica. Ci danno un appartamento nella casa antica, con due bagni e un salotto TV: dalle finestre l’Umbria a perdere. Ci sarebbero anche le terme, ma la vera terapia è guardare. Una sera ceniamo “in casa”, nella sala affrescata, serviti di tutto punto.
ATTORNO AL LAGO
Nella pancia d’Italia, se non hai la tua macchina, è difficilissimo girolare. Sarebbe un peccato perché i luoghi intorno a Panicale sono mediamente belli e gradevoli, in un ragionevole raggio di chilometri. Andiamo a Cortona (che un po’ mi delude, non fosse per il Museo Etrusco) e a Città della Pieve, dove ceniamo in uno storico locale Bruno Coppetta che serve tagliolini al tartufo e chianina. Ci spingiamo fino a Volterra: da una giovane artigiana compero una coppetta di alabastro; lei si fa con Stefano una lunga chiacchierata sulle Scuole d’Arte, che NON andrebbero omologate se vogliamo tramandare i talenti italiani, il liceo classico non basta. Poi affrontiamo l’ultimo tratto di pancia, verso il secondo Mare. Ad Arezzo, immancabile sosta da Piero della Francesca: merita sempre viaggio, coda e adorazione. Il Sogno di Costantino è un sogno. Immancabile anche Pienza, cameo di Bernardo Rossellino: mio grande amore dalla prima volta che scoprii questo sito, da studentessa. Passiamo a San Quirico d’Orcia, a San Galgano (magica) e Massa Marittima, che amiamo senza riserve dai tempi di Baratti. Se questo è l’intestino del nostro Paese, la sua flora è bella da non credere, anche se dopo il Terremoto qualche miliardata di fermenti andrebbe mossa.
Ad Arezzo, immancabile sosta da Piero della Francesca: merita sempre viaggio, coda e adorazione. Il Sogno di Costantino è un sogno.
TIRRENO
Raggiungiamo una zona familiare, Campiglia Marittima, Populonia, Baratti. Ho voluto prenotare alle Terme di Venturina, dove si veniva a fare il bagno caldo, la sera, dopo il mare di Baratti. Confesso che le nuove Terme hanno un po’ snaturato il sito originario, che era senza alcuna pretesa, popolare e amabilmente dimesso. Adesso c’è tutto un sistema organizzato, di accesso alle piscine, con tornelli, bagni, docce, camerini e zone wellness. Ho prenotato una camera in schiera, amabile all’interno ma con un patio che affaccia sulla strada e sui parcheggi, non proprio imperdibile. Il bar delle terme, di fronte alla vasca termale antica (restaurata bene), offre birra e focaccia. Decidiamo senz’altro di frequentare Piombino (Girolo Baratti), dove ci sono ristoranti che ci consolano: scopriamo un vermentino della Val Di Cornia, Phylika che merita citazione. D’obbligo l’ascesa alla Rocca di Populonia, la vista dei nostri posti, pini marittimi a perdita d’occhio fino alla Torre del Barone. Saliamo per il nostro aperitivo a Castagneto Carducci, i Riti sono riti.
ESPERIMENTO DELLA GIROLONA
Ho scritto questo resoconto (2009-2019) in previsione di un girolo ancora da fare: un esperimento nuovo della Girolona. Andiamo a Fermo ad un Torneo di Scacchi, per tre giorni a febbraio 2023. Intanto torniamo a Fano, a mangiare a La Quinta, imperdibile. Nel 2008 ho partecipato ad un incontro Europeo, alloggiando sopra Fano, in un Relais Villa Giulia che merita segnalazione (catena Golden Book Hotel).