THESSALONIKI
SALONICCO: EPILOGO GRECO
Il IV e ultimo Girolo greco è dedicato a Thessaloniki, Salonicco: il nome, che era della sorellastra di Alessandro il Macedone, significa Vittoria di Tessalia, quindi rimanda alla mia esperienza del Girolo 2 Volos e Pelio, l’insegnamento all’Università della Tessalia. É una delle città europee nelle quali ho sempre voluto andare, per il suo nome e anche perché sta vicina ad un confine, la Macedonia, verso l’Asia. Sono onesta e chiara: Tessalonica è una città sgraziata, zeppa di orribili edifici, con emergenze artistiche del suo glorioso passato, disperse nel magma urbano. É una di quelle città “normali” che a me piacciono, perché forse mi fanno capire qualcosa, fuori dalle “vetrine turistiche”. Al tempo, 2009, c’era un volo diretto da Tessera (Venezia) a Tessalonica, non so perché: benché non fossi sicura che Stefano avrebbe gradito Salonicco, ho osato imporgli una escapade invernale, così: lui era appena andato in pensione e potevamo partire appena io avevo qualche giorno di ferie. Siamo stati benissimo, all’Hotel Electra Palace in Piazza Aristotele 9, anonimo ma lussuoso quanto a comfort. Abbiamo girolato dentro una edilizia residenziale impietosa e pochi lacerti dell’Antico, con un clima dolcissimo in pieno inverno, che faceva perdonare qualunque assenza d’arte. Se dovessi riassumere con una immagine Salonicco, metterei la piccola deliziosa chiesa Bizantina inclusa tra i condomini, come fosse stata dimenticata nel cortile e non riuscissero più a tirarla fuori, senza romperla.
ALLA SCOPERTA DI:
IL MUSEO DEI MACEDONI
Forse basterebbe il Museo Archeologico di Salonicco, per motivare un girolo. Ad Atene, nel 2004 non eravamo risusciti a visitare il Museo Archeologico nazionale che si preparava per le Olimpiadi, con un restyling totale (l’ho visitato da sola nel 2005 andando a Volos Girolo 2 Volos e Pelio). Non ci sono soltanto (!) reperti della Grecia che definiamo classica, ma molti pezzi del mondo Macedone, che conosciamo di meno. Soprattutto pezzi di oro, di rara beltà e raffinata fattezza: qualcosa avevamo visto al Benaki di Atene (Girolo: Atene), come le stupefacenti corone di foglie. Poi c’è la Torre Bianca, che nel 2009 non mi sembrava troppo restaurata ed un Arco di Galerio (detto la Camera) con bassorilievi un po’ grossolani, che penso sia Romano, anche se di questo Galerio non si parla molto, nemmeno al Liceo Classico. In giro, dove non te li aspetti in mezzo ad edifici davvero orribili di abitazioni e negozi qualunque, ci sono tracce di mura, pavimenti musivi e intere basiliche bizantine, con il nome di un santo o santa, che si dice Agio o Agia. Ci sono Agia Sofia ed Ekaterina, Agio Demetrio, gli Agi Apostoli e gli Agi Tutti. Se è possibile entrarci, sempre scendendo di qualche metro sotto il livello stradale, vedi mosaici stupefacenti, con uccelli e decori geometrici superbi, come nella Rotonda È tutto mescolato e confuso, non ci sono molti segnali turistici e devi un po’ arrangiarti, anche se ho una guida DK che dedica a Salonicco 5 pagine su 350 (1,4%: la Grecia turistica è altrove!).
Mosaici stupefacenti, con uccelli e decori geometrici superbi
A Salonicco non puoi non riflettere su come la ricchezza di collezioni che l’Europa ha desituato (volenti o nolenti i Paesi di origine) ci portano ad identificare le meraviglie Greche con il British, con Berlino, con Parigi e anche NY invece che con Salonicco o addirittura Atene. Penso alle Naiadi di Xanthos, alla Nike di Samotracia, alle Metope del Partenone e anche a tutti i volti di pietra delle Cicladi, senza occhi, con la sola prominenza del naso (e nemmeno sempre!) e delle tette, se sono donne. Non sostengo che dovrebbero stare nei loro luoghi di origine, l’Europa è un unico Luogo. Ma insomma. Se fossero rimasti dov’erano avremmo motivi immediatamente palpabili per una escapade a Salonicco, nelle Cicladi, chissà dove: invece di andare tante volte nelle “solite” Capitali. Ma, se fossero rimasti dov’erano, forse, non sarebbero più com’erano o sarebbero del tutto scomparsi, inghiottiti sotto i cortili e i condomini: perché la manutenzione del Passato è molto costosa, fa parte del “superfluo”, te la puoi permettere se hai superato la fame e la miseria. Sennò usi pezzi di tempio come materiale da costruzione.
UNA CITTÀ ANTIGRAZIOSA
L’edilizia dominante di Salonicco è brutta o bruttissima. Rivedendo le fotografie a 12 anni di distanza, ho eliminato circa ¾ degli scatti che conservavo nei file. Non erano belli nemmeno per documentare la Bruttezza: il mio MOC Museo degli orrori contemporanei. Guardando quelli che restano -e per fortuna ci sono le fotografie!- scopro che anche Salonicco, come Montevideo (Girolo: Uruguay) ha moltissima edilizia art Dèco, anni Trenta e Quaranta del XX Secolo. Non vi manderei fino ai confini dell’Europa per vederla (sempre più vicino che il Sudamerica, in ogni caso), ma è interessante pensare che, quando sarà passato abbastanza Tempo per rivalutare quel periodo storico, anche Salonicco potrà essere restaurata e rivalutata, negli Atlanti del Turismo. E la sorella di Alessandro avrà giustizia. Tutte le case di appartamenti, anche quando hanno balconi dal design elaborato o decori austeri, sono massacrate da impianti di condizionamento o da antenne paraboliche, piazzate ovunque, senza la minima cognizione. Anche le tende da sole proliferano, con i loro bracci armati (roba costosa, non da poveri): il sole deve essere implacabile in estate, chissene del decoro urbano. Una città “normale” è per i suoi abitanti, non per i visitatori. Chiunque abbia “lavorato” sulle fotografie, sia nelle camere oscure sia con i programmi del web, sa che si può ottenere un Album apprezzabile, tagliando le inquadrature e lavorando con luci ed effetti. Pur avendo dedicato tempo a Salonicco, direi di no, non ce la faccio: non andateci se cercate un luogo pittoresco o facilmente amabile, dal punto di vista estetico. Andateci, come abbiamo fatto noi: per passare qualche giorno nell’inverno greco, solare, tiepido e rilassato, specialmente lungo la paralìa, il lungomare. Il profumo delle pasticcerie si mescola a quello delle spezie in un ritmo mediterraneo, quasi orientale, che gli altri voli Last Minute in Europa difficilmente vi regalano. Se, poi, non avete ancora fatto shopping nelle svendite italiane, a Salonicco troverete degli stivali fantastici, perché la lavorazione del cuoio è ancora radicata e i prezzi sono inconfrontabili. Secondo me farebbe tendenza, un black friday a Thessaloniki: ma dovrebbe consigliarlo Chiara Ferragni.
Qua e là, negli slarghi tra brutti edifici, emergono lacerti Bizantini, non sempre ben conservati, segnalati o accessibili. Qualche bella chiesa di mattoni, con le sue molte cupoline ed archetti, vi consola del dilagante degrado. Degrada l’Antico e degrada, forse anche peggio il Contemporaneo, le case anni Sessanta e Ottanta. Balconi con intonaci smangiati, colori smarrriti, tubi, fili e cavi che si addensano a casaccio, apparecchi tecnologici ingombranti, giustapposizione di stili, epoche, funzioni, insegne sempre incomprensibili per via dell’alfabeto locale. In un sito turistico fotografo dei magnifici mosaici, con decori e uccelli. Non distante fotografo dei pavoni, veri: un misto di bellezza decorativa e degrado urbano, un pollaio si mescola a vecchie terrazze, con tavoli e sedie in disuso, che l’azzurro tipicamente greco non riesce a salvare. Salendo in alto, verso la collina di Salonicco, si incontrano pezzi di Mura e si raggiunge una qualche Fondazione Contemporanea che tenta di rivalutare il Sito: ma anche il panorama da lassù -dove siamo arrivati tra brutti quartieri periferici, con autobus scassati– non è speciale. Si vede il Porto coi suoi cargo, le sue imbarcazioni colorate (che io amo), si vedono strade ripide su cui affacciano brutte case, maltenute, non così tipiche. La Grecia Turistica, penso, non è qui: non quella delle Isole Bianche, non quella dei villaggi arrampicati sul Pelio, non quella di Anafikiota ad Atene. È questa la Grecia normale? O questa è la Macedonia, confine d’Europa?
NELLE VETRINE
Le Guide raccomandano alcune “paste di crema” specialità di Salonicco, le Trigona di cui si sente il profumo girolando. È più o meno vero, ma non è l’aspetto sensazionale del commercio locale. Sono invece molto interessanti le vetrine: del pane, dei dolci di formaggio, delle mattonelle di burro, delle olive e delle spezie. Salonicco è già “molto Oriente”, un confine dell’Europa con l’Asia e col Sud del Mediterraneo: Salonicco come Gerusalemme come Istanbul, come Sarajevo, per dire posti dove sono stata (Girolo Nazrath; Girolo Mostar). A differenza delle fotografie di condomini orribili, quelle dei banchi di negozio o di mercato, mi restituiscono l’atmosfera piacevole per cui si sta bene. Se non graziosa, Thessaloniki è da vedere. Le fotografie, quando le riguardate dopo tanti anni, sono un ausilio alla Memoria determinante: certe cose le avrete rimosse, perdute; certe altre non le ricordate con la precisione necessaria a ricostruire sapori, odori ed esperimenti che si sono stratificati e confusi. Per esempio i dolci di formaggio, le Halva, con le marezzatura di cioccolato o le perlinature di pistacchio: a memoria le avrei messe in Turchia e, invece, eccoli qui, in una strada di Salonicco. E c’è un sito ellenika.it che vi fa vedere quelli di Kosmidi Gavrilis, produttore emerito: ve li spedisce, se volete. Se cercate un video tour turistico, non troverete più di quanto vi ho raccontato io, forse meno (!!): 5 minuti di Piazza Aristotele e Lungomare; 5 di lacerti bizantini e romani, Mura, Arco, Rotonda, Torre Bianca, Museo, Panagia, Agios Dimitros; 5 di pasticcerie, hotel, botteghe dei Marchi internazionali, posti da happy hour. Amen.