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SORDEVOLO

Ho già dedicato un Girolo alle mie passioni in Valle Elvo, giocando su questo vocabolo. Ma voglio dedicare un Girolo proprio a lei, la Passione di Cristo che ho finalmente visto nell’estate del 2022, riducendo impercettibilmente la massa dei biellesi nativi che la disertano. Gli abitanti di Sordevolo, ogni 5 anni, allestiscono la Passione di Cristo: quasi 40 repliche, 400 personaggi in scena (3 di tutto: tre Madonne, tre Gesù, tre Ponzio Pilato, tre per 12 apostoli…), centinaia all’allestimento, scena, attrezzi, luci, costumi, biglietti passionedisordevolo.com. Per sapere tutto su di lei, ci sono i siti online (tra cui quello del TCI) e ci sono le Guide vere. La Girolona, come al solito si prende ogni libertà, dice quello che vuole e fa le connessioni che le vengono. Convinco mio marito a venire da Venezia, titubante per uno spettacolo legato ad eventi della Religione, che lui rifugge più di me: credo paventi una processione lunga tre ore, come quelle che abbiamo talvolta incrociato al Sud e in Spagna. Poi un amico a cena ha detto “oggi è venuta da me la Madonna e mi ha detto”, che poteva sembrare l’incipit di un miracolo o di una parabola. Invece, siccome quella Madonna aveva un animale e il mio amico è veterinario, tutto si è presentato com’era: lo spirito locale e popolare, che porta un intero Paese a mettersi in scena, più evento collettivo che rito. Diceva, la Madonna, che oltre il 90% dei biellesi NON ha mai visto la Passione, pensare che vengono Bus organizzati da fuori e le prenotazioni arrivano online anche dalle Americhe e dall’Asia. Per quel poco che ho frequentato il teatro, mi viene da dire che la Passione di Sordevolo è arrivata ad un confine: poco o niente può più migliorare una messinscena popolare che ha raggiunto il suo meglio, in musiche, costumi, luci, coreografia. Se si oltrepassa questo limite, ci si affida ad una produzione professionale o televisiva, si scivola altrove, in un organismo geneticamente modificato e chissà dove ci si ferma. È un confine che si presenta spesso nelle arti dal vivo e che “travaglia” i dilettanti. Comunque, a Sordevolo, hanno messo mano professionisti: le Musiche del Maestro Monaco, originali; la regia dell’Ingegner Fogliano, ragazzo di paese, ex Gesù.

ALLA SCOPERTA DI:

LE PASSIONI DEGLI ALTRI

Ricordo nel 2000, avevo proposto a Stefano un girolo ad Oberammergau, in Baviera, celeberrimo per la propria Passione, forse la più celebre in Europa e nel Mondo, passionspiele-oberammergau.de. Il piccolo paese dell’Alpenstrasse, è pittoresco oltre il normale, case dipinte sempre perfette e molta accoglienza per i turisti: vive come un perenne palcoscenico, come io non vorrei vedere Sordevolo. Ogni 10 anni, 102 repliche da 5 ore, con 2.000 persone della regione impegnate dello Spiele, in un gigantesco Teatro coperto. Difficile dire se, un tempo, c’erano anche lì 3 madonne. So di una Skofjeloski Passijon in Slovenja a Skofja Loka, dramma barocco scritto da Marusic nel 1721: andato poco in scena, in 4 siti della cittadina; l’ultima volta per il Giubileo del 2000. In Italia pare siano 31 le città aderenti ad Europassione, per lo più al Sud e nei dintorni di Roma. Proprio a Roma, raccontano, è stato colto lo spunto per la Passione dell’Elvo: nel lontano XVI Secolo, quando alcuni eminenti religiosi biellesi si recarono nella Città Santa, o forse ci andavano gli Ambrosetti a vendere i loro panni fini di lana. La Passione a Roma si teneva all’anfiteatro ed il testo originario, attribuito a Giuliano Dati cappellano in Trastevere, venne portato pari pari a Sordevolo, dove va in scena ancora oggi. È in rima baciata, precisamente La Passione di Cristo in rima volgare secondo che si recita e rappresenta di parola in parola, la degnissima Compagnia del Gonfalone in un luogo detto Coliseo il Venerdì Santo. Adattissimo ad attori non professionisti e ad un pubblico non erudito (altrimenti sarebbe stato in Latino). Oggi ci sembra che queste rime volgari tolgano qualcosa al pathos della “storia”, perché sono passati 5 secoli e il nostro gusto si è raffinato, abbiamo visto l’Avanguardia, rivisitato l’Antico. La cantilena di Dati, rende tutto un po’ infantile, come le recite di fine anno alle Medie: ma forse è questione di tradizione e di non snaturare il DNA. Non sono esperta. Merita dire che il Dati è autore anche di una Lettera sulla scoperta dell’America: un tipo interessante.

EMOZIONE

Come che sia, non ci siamo accorti che passava il tempo, presi da una storia che conosciamo benissimo, credenti e no. Il nuovo Anfiteatro, opera imponente per un piccolo paese ha una scenografia stabile che rappresenta i luoghi topici della vicenda: il Sinedrio, il Palazzo di Pilato, quello di Erode, il Cenacolo, Davanti uno spazio di sabbia, con la verde radura del Getsemani; due Porte che fanno entrare e uscire i numerosi cortei, oltre ai cavalli con tanto di biga. Noto subito una ricerca accurata nei colori dei costumi e nella coreografia dei gruppi: mi rimandano alle Passioni dei Pittori, alle Crocifissioni e ai Compianti. Composizioni attente, nelle sfumature, nelle posture, persino nei volti per quello che riesco a vedere dalla prima fila. Veramente emozionante, ça va sans dire, l’alzata delle Croci sul Golgota e la Deposizione. Ho visto alcune immagini di altre Passioni e devo dire che l’orizzonte della Valle Elvo, nero e dietro i crocefissi, aggiunge dramma al dramma, bellissimo. Mi raccontano che in alcune repliche, un provvidenziale temporale ha fatto la propria parte di Apocalisse. Nella preghiera dell’Orto, le posizioni degli Apostoli, abbandonati al sonno, mi hanno richiamato Giotto. Lo strazio di alcune donne durante la Flagellazione, i colori delle loro vesti, sembravano quadri viventi di Bill Viola. Alcuni coup de teatre, con diavoli, fiaccole, cavalli .  Mi domando se si divertono di più i diavoletti bambini o le ballerine per Erode, belle ragazze che sicuramente “fanno danza”. Così come “fanno equitazione” centurioni a cavallo (maschi e femmine), orgogliosi su belle bestie, qualcuna con le zampe frangiate. Ha detto la Madonna che uno dei tre Gesù studia e vive all’estero, ha cura di lunghi capelli e barba e sta qui tutta l’estate, a disposizione. Tutti i Gesù devono avere anche “il fisico”, però, come i Ladroni perché stanno in croce un bel pezzo, anche se avessero i piedi poggiati sul piccolo sbalzo di legno. 

Ricerca accurata nei colori dei costumi e nella coreografia

IL SACRO E IL PROFANO

Avevo organizzato il girolo a Sordevolo, in modo da non trovarci in difficoltà coi parcheggi, che invece erano molto ben organizzati (e non esauriti). Siamo saliti a vedere la Chiesa di Verdobbio, insolita con la sua facciata in sienite severa; il suo lavatoio. Siamo passati per un aperitivo al Bar Corona di Ferro, in Piazza della Parrocchiale, uno dei posti che non cedono allo spritz time modaiolo. Ceniamo alla Serra dei Leoni, di Villa Cernigliaro, dove mangiamo una buona pizza, pagando insieme a lei l’ambiente (o come si dice la location). Così siamo comodissimi a seguire il corteo, che arriva dal Museo della Passione all’Anfiteatro. Non è emozionante come ci si potrebbe aspettare, anche se ci sono i cavalli, i diavoletti, pie donne e centurioni: solo vederli nelle strade del Paese, a me dice qualcosa. Non ci sono ali di folla: è molto biellese arrivare puntuali per lo Spettacolo, senza esagerare. Forse, come dice la Madonna, c’è una certa indifferenza per la Passione, diamo per scontato quello che abbiamo in casa (capita persino ai veneziani, con la Biennale). Ma, nel caso della Passione e del Biellese gioca anche altro, forse, di cui vi parlerò a proposito di turismo e nuovi inizi per la regione della Lana. Forse  saranno i foresti a farci capire quello che vale nelle nostre terre. Capita ovunque, da secoli: sperùma.