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LE ATTRICI

L’ispirazione sono i galleggianti: nel 2013, quando li ho fotografati a Brooklyn (Girolo NYC), ho associato immediatamente la testata del letto di Cala Ginepro, dove eravamo stati al mare con Fiammetta ed Emma (mie nipoti). Vi ho raccontato della mia epifania sarda nel 1983, con Cecilia (girolo Arzachena). In 30 anni, sull’Isola, ci ero tornata parecchie volte: spesso ospite di amici biellesi (negli anni Ottanta), talvolta per lavoro (Cagliari nel 1999 e Sulcis nel 2003). Ci tengo a dire che ho “scritto una Legge” per la Regione Sardegna: per essere conterranea di Alberto della Marmora e Quintino Sella (ai tempi in cui c’era il Regno di Sardegna), è un vanto. Sono tornata, con mia mamma Giò, Paola ed Aldo, in Costa Paradiso (esiste un diario scritto da mia mamma): un paradiso. La Giò ci ha portati a Santa Trinita di Saccargia (romanico pisano) perché ci vuole un po’ di arte, tra elicriso e mirto. Diverse estati siamo stati ospiti di Fransis, a Monte Petrosu, Cala Ginepro: meraviglia dal terrazzo, meraviglia le spiagge (La Cinta, su Isoledda, il Purgatorio, Capo Coda Cavallo, Molara), meraviglia le cene del pescato (da noi), oppure a Lu Impostu o al Giardinaccio. L’ultima volta, nel 2013, le mie foto sono tutte per Emma, bambina che si prende l’obiettivo; quelle in bianco e nero del 1984 erano state per sua madre e sua zia, Fià e Bebe, già ragazzine. C’è qualche bella foto degli stazzi, delle mucche al pascolo, delle murette a secco, dell’arrivo a La Maddalena, col traghetto da Palau. In una estate, andammo in giro anche con Emanuela e Claudio, altri biellesi, fino a Capo Orso, altra meraviglia. Nelle diapositive ci siamo noi ragazze, che “facevamo le attrici”, ironizzando sulle vip di Costa Smeralda o del Velico di Caprera: la Ceta, sempre bella, la Paola in pizzo bianco, Angi col costume da coccinella, io con un improbabile Prada del mercato di Biella, Lori “alla maschietta”. Anni beati, luoghi superbi.

ALLA SCOPERTA DI:

LE MINATRICI

Nel Sulcis (hotel a Iglesias) ho fatto foto di lavoro (il gruppo del progetto UE, Rosina la ex minatrice barricadera con tshirt No Scorie) e qualche raro paesaggio: mare sempre strepitoso, i paesi meno. Ho cercato di ricostruire il progetto a cui partecipavo, (acronimi strani come Mures e Maltae?) ma ho trovato pochissimo in rete e nei miei files e forse per chi legge meglio così. Riguardava il recupero di luoghi del lavoro (tra cui l’Arsenale di Venezia), era un paternariato europeo (c’erano tanti francesi): avrebbe portato alla costituzione del Parco geominerario del Sulcis e in particolare al sito di Porto Flavia. Lì, siamo fotografati con gli elmetti protettivi di IGEAspa la società della Regione per l’Ambiente. La vista dal balconcino di Porto Flavia è mozzafiato. Sorprende che quest’isola sia arrivata al turismo dopo essere stata massacrata da tutta l’industria invasiva e inquinante possibile. Del resto se è successo in Laguna di Venezia, a Porto Marghera, dove non?!! Ero arrivata con un volo della Meridiana, a Cagliari e avevo noleggiato un’auto per raggiungere Iglesias, cittadina né bella né brutta, dove rimaneva traccia di una Pasticceria LaMarmora, per dire. L’abbrivio del mio girolo era stato buffo, perché inesperta di automobili avevo dovuto chiedere a due militari nel parcheggio se mi erudivano sulla retromarcia: quelle che si innestano alzando un anello sotto il pomolo del cambio, per me un mistero. Vedendomi così insicura, si offrirono di scortarmi fino a Iglesias, con la loro camionetta dell’Esercito, fu un viaggio molto insolito e quando mi salutarono davanti all’Hotel, ricevetti una accoglienza particolarmente riguardosa (la Legislatrice scortata dall’Esercito!). I partner del progetto UE erano affiatati tra loro (molto ambientalisti e barricaderi), io mi sentivo un po’ fuori luogo, come esperta di luoghi turistici: forse diffidavano, temevano una seconda industria pesante, dopo la prima. Appena possibile mi defilai, andando a Calasibetta e da lì a Carloforte, col traghetto. Non fui gratificata dalla mia diserzione perché i paesi in Sardegna sono così-così e le spiagge di Carloforte non feci in tempo a vederle. Oggi, nel web, viene proposta una patinatura di Carloforte: case colorate pastello, scalinate fiorite, pittoreschi balconi. Sono le stesse immagini che ho io, di 20 anni fa, senza patina. In Sardegna, mi perdonino i nativi e i nuraghe, si va per la Natura. Anche se un po’ di arte ci vuole (la Giò la sapeva lunga): e c’è, a cercarsela. 

LE SAPIENTONE

Non ho alcuna fotografia di Cagliari (dovevo legiferare e non portai la Olympus). Ho un ricordo indelebile dei ricci crudi del Poetto dove mi portò in pausa pranzo un gentilissimo Nicola, dirigente in Regione. Mi aveva accolta con diffidenza isolana (una Piemontese che arriva dal Veneto per legiferare??!), dovevo essere una raccomandata o una imposta della Politica, era giusto sospettare. Poi ha capito che gli ero di vero aiuto, stavo ore con lui a limare gli articoli, in due giorni scrivemmo tutto il testo, che fu approvato tout-court, evvai. Nicola capì chiaramente che non ero ammanicata con l’Assessore, il quale venne si e no a salutare, curioso di conoscermi: mi aveva scelta online, vedendo il libro Commercio-e-città, scritto con Cristiana, e andato al macero. Non che io fossi una formidabile leguleia, ma sulla normativa per il commercio la mia esperienza era sicuramente unica (quasi 100 Piani commerciali) e un Assessore veneziano mi aveva definita “geniale” nel mettere a punto i Regolamenti. Anche di questo lavoro non esiste traccia nel web e nemmeno nel sito del mio consorzio, il Coses comune.venezia.it : ma chissene. Per premiarmi di questo successo fuori dalla patria, mi regalai un fermaglio d’oro ovale, per allungare il braccialetto del battesimo, che ormai stringeva. 


Questo girolo in Isola mi conferma che il valore dei luoghi e la loro importanza nel mio sito, non sono direttamente proporzionali: la Sardegna meriterebbe metà Sito, ma i racconti di vacanza sono banali, a meno che non li scriva Gerald Durrell (La mia famiglia e altri animali) e le fotografie del mare sardo -il più bello del mondo- si sprecano sul web. Ho scoperto Luca Tamagnini lucatamagnini.it ma guardate anche paradisola.it, igeaspa.it, parcogeominerario.sardegna.it. Come vi ho già detto, nel mio lavoro di ricercatrice ho avuto la fortuna di visitare luoghi in disuso che -dopo- sono diventati attrazioni turistiche. Non credo di avere meriti, in proposito, ma di aver partecipato ad un tempo interessante, quando le cose avrebbero potuto accadere e si poteva lavorare perché fosse così. Non so fare un augurio migliore ad un/a giovane: di lavorare pensando che sta collaborando al futuro.

mare sardo, il più bello del mondo