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BELLA CHE SI ADDORMENTA, AL TRAMONTO

A Novembre 2018 faccio un girolo al tramonto, verso Pollone. Poco prima del Lanificio Piacenza, sono folgorata da un tramonto superbo sulle Alpi Biellesi occidentali. L’unico profilo che riconosco è quello del Mucrone, qualcuno dice somigli ad una donna sdraiata, di cui vediamo il lato sinistro: il naso e il seno appuntiti, i capelli che ricadono a scialle, il braccio posato lungo il fianco, fin sulla gamba, forse leggermente piegata perché si indovina un ginocchio. Pare ci siano Sleeping Beauty in Usa, vicino agli Adirondack e nelle Filippine. Boh. Non è necessario umanizzare il Mucrone, cima iconica per i Biellesi: basta trovarlo sempre lì, da ogni punto e prospettiva, rassicurante all’orizzonte. Il cielo di novembre, freddo e perlopiù terso, regala un fine giornata spettacolare, con le nubi giuste per riflettere un campionario di colori, che nemmeno Piacenza o Delleani. Delle altre cime ignoro tutto, perché sono una biellese degenere e devo chiedere cosa sto guardando, che sentiero ho preso, come si chiama quel posto lì. Nonostante abbia sempre con me le carte di carta che non ho mai abbandonato a favore del GPS. Mio fratello Mau me ne ha regalata una del Biellese, del 1930 ormai a pezzi, che hanno usato mio padre e poi lui, da militari. L’ho restaurata con la garza medica e il Vinavil: ma devo consultarla solo sul tavolo di casa (prima o dopo il girolo) perché temo vada comunque in pezzi.

ALLA SCOPERTA DI:

POLLONE: LIBRI BIBLIOTECHE ARCHIVI

Dichiaro subito che i libri di questo girolo sono due: il Catalogo delle Opere del pittore Lorenzo Delleani, redatto da Dragone nel 1973 e considerato “il libro dei libri” sull’artista pollonese; la biografia di Luciana Frassati Gawronska, di Marina Valensise, La Temeraria, Marsilio 2018: la protagonista è sorella del Beato Pier Giorgio, peculiare figura di cattolico, anche lui pollonese. Il legame di Pollone coi libri in generale, tuttavia, è legato per me alla frequentazione della Biblioteca Benedetto Croce (parte del polobibliotecario,biella.it). Pochi anni dopo che Alfonso Colonnetti la istituì (1959),  io approfittai di un precoce esperimento di “prestito a sportello”: era estate e mia mamma Giò sostituiva la Farmacista del paese, portando con sé la figlia più piccola, cioè me. Oltre ad aiutarla con la vendita dei prodotti da banco, come Alka Seltzer e Pastiglie Valda, passavo il mio tempo leggendo e andandomene a piedi, dalla Farmacia allo Sportello del prestito, orgogliosamente da sola (saranno stati 200 metri). Era tutto avventuroso: i libri “pubblici” che si dovevano tenere bene e restituire a tempo; la libera scelta, che sempre rimaneva nell’alveo dei romanzi per bambine, sotto la tacita sorveglianza della Biblioteca; l’andata-e-ritorno autonoma, che a Biella non mi sarebbe stata consentita. Ero una scolara delle elementari e adoravo i libri. Il libro della Valensise, presentato durante Fuoriluogo 2021 alla Biblioteca di Biella, mi ha delusa: perché credevo di trovarci tanto Pollone, Biellese e montagne e invece è zeppo di Polonia, Roma, Torino, Salisburgo. Giroli letterari inattesi, dove si impara sempre qualcosa. Per esempio che il processo di beatificazione di Pier Giorgio rimaneva in stallo (anche) per chiarire se lui avesse mai portato a cavalluccio la compagna di gite Laura Hidalgo, (santa pace!!!). Girolando nel web ho trovato fotografie dei Tipi Loschi, l’associazione che Frassati aveva fondato con i compagni torinesi, denotando una bella autoironia. Nei siti USA, frassatiusa.org molto giustamente, l’amicizia con i Tipi e le Tipe, viene vista come parte positiva del futuro Beato: alpinista coraggioso, attivista instancabile, allegro e giocoso, di inatteso misticismo. Amen. Ancora nel libro della Valensise, imparo che in un certo entourage alto borghese, le potenziali relazioni extraconiugali si definiscono amitie amoureuse e possono evolversi per anni, con buona pace di tutti (se non vogliono diventare Beati). Vi sembrerò prona al dettaglio pettegolo, ma la parte seria delle 500 pagine di Valensise, basata sull’Archivio di Villa Frassati a Pollone, la lascio a chi voglia affrontarla. Io cercavo Pollone e un po’ di microstoria locale, che popolasse i miei Giroli.

VILLE E RODODENDRI

Una delle caratteristiche di questo luogo biellese, a 15 minuti d’auto dalla Città (Giroli Biella ‘900 e Biella Dentro), vicino a Sordevolo (Girolo: Passioni Valle Elvo), è la dovizia di case signorili o ville: per restare ai libri che mi accompagnano, Villa Delleani e Villa La Serena (o Bocca) ormai trasformate in appartamenti e Villa Ametis-Frassati appartenuta alla madre di Luciana e Pier Giorgio (visitabile su appuntamento e meta di discreti pellegrinaggi). Ametis era il nonno materno dei Frassati, la cui figlia Adelaide (che fumava la pipa e credeva in una educazione paritaria tra maschi e femmine) era pittrice, allieva di Delleani (tout se tiens) e andò sposa ad un cugino terzo, tal Alfredo Frassati che poi fondò il quotidiano La Stampa e fu Senatore, amicissimo di Giolitti. Ci sono un sacco di altre Ville, tra cui quella dove soggiornava Benedetto Croce e quella dei Colonnetti, quelle dei Piacenza, benemerita stirpe di industriali che hanno donato a Pollone il celebre e incantevole Parco della Burcina (ora del Comune di Biella), oltre a scuole, asili e altre civiche istituzioni. Visitate il web atl.biella.it ma soprattutto visitate la Valle dei Rododendri che, al tempo della fioritura, tra fine maggio e giugno secondo il clima, offre una esperienza superba. Anche io che sono gatto di piombo raggiungo questo punto e mi sento del tutto ripagata. Impossibile fare fotografie migliori di quelle che trovate nel web. Ma essere immersi “in presenza” è altra cosa: non so se il profumo sia benefico per il controllo degli ormoni stressanti (come il forest bathing), ma potrebbe. Andando a piedi dal parcheggio della Burcina al centro di Pollone, potete scegliere ben tre percorsi diversi: ognuno di loro passa sul torrente Oremo, il quale vanta tanti ponti quanti il Danubio a Praga!! Se volete fare un girolo più lungo, salite per la strada che va alla frazione Chiavolino, che in autunno regala altre tavolozze mirabili. Dei Piacenza esiste anche lo stabilimento, produttore di ottimi tessuti, che ha uno Spaccio. Di fronte a Villa Delleani, viveva una compagna di Liceo dei miei genitori e io andavo a giocare con suo figlio, il quale è diventato, anche lui, una singolare figura di cattolico: scrive sull’Osservatore Romano, si occupa di biologia molecolare e vuole fondare a Pollone un luogo di Studio, incontro e riflessioni. L’ultima volta che ci siamo visti (dopo mezzo Secolo), mi ha portata a fare colazione da Pandizenzero, nel dehor sul piazzale del Municipio di Pollone, dove un tempo c’era la Farmacia. Vi raccomando questa cafeteria che fa torte  deliziose e, nel caso siate sportivi, vi può noleggiare la mountain bike. Di fronte esiste Foodopia di Marta Foglio una bottega particolare, con una filosofia sul cibo assai interessante: meglio che la ascoltiate direttamente lei, sul web, fondazioneslowfood.com che si intitola questo-non-è-un-cuoco, vedere per capire. A Foodopia ho pranzato in autunno 2021, con delle polpette vegetali squisite e una tartelletta di castagne di Bagneri, superba. Con mia mamma, mezzo secolo fa, andavamo spesso alla Trattoria Viale (che non esiste più), di cui ho un buon ricordo: i peperoni con la bagna cauda, il vitello tonnato, la lingua col bagnet, il riso in cagnone, il brasato. Altri Tempi e altre diete. 

La Valle dei Rododendri al tempo della fioritura, offre una esperienza superba.

VERSO SORDEVOLO

Dal centro paese, uscendo verso Sordevolo, si incontrano due Chiese: la Trinità, dove c’è un altare dedicato a Frassati e la Parrocchiale di Sant’Eusebio. Poi inizia una bella strada Provinciale, che serpeggia attraverso ville di diverse epoche. In due di queste, che offrono B&B, mi è capitato di pernottare: Villa Tavallini ha il fascino della vera dimora inizio 900, abitata, con arredi e servizio “normali”; Villa Vittoria si definisce extralusso, come di fatto è, costruita non troppi anni addietro, con piscina panoramica, Sala Cinematografo e suites esagerate, affacciate sul giardino con piscina. Sono due mondi e non decido io quale potreste preferire. Per un piccolo paese è “tanta roba”. Ai lati della Provinciale, il verde dei giardini privati esonda, come spesso accade fin sul ciglio della strada: ortensie, azalee, rododendri e gigli, non certamente spontanei ma ormai “pollonesi naturalizzati”, oltre a veri e propri muri di canna palustre (forse originaria dell’Oremo?).  Tra le ville, trovate anche la piccola Chiesa di San Grato, sulla sinistra andando verso Sordevolo: luogo rimasto idilliaco dai tempi in cui, al Ginnasio, l’avevo scelto per le mie promenades amoureuses, immerse nel paesaggio e nel silenzio. Un posto da “morosi”, eppoi San Grato protegge dagli effetti dei fulmini: campagne e cuori! Nel libro su Luciana Frassati, ho trovato qualche riferimento  a Sordevolo: Antonicelli, Leo Ginzburg, Germano il Notaio di Gualino e Agnelli (tout se tiens): troppo poco, in 500 pagine, per dare corpo al microcosmo Biellese novecentesco, che cercavo. Mi devo accontentare del Catalogo di Delleani, che presenta Adelaide Ametis (la signora Frassati sr.) come allieva del Maestro, insieme a Sofia di Bricherasio e a Giuseppe Bozzalla. Ed ecco che entra in scena un terzo libro: Delleani e Bozzalla, Catalogo di una Mostra alla Galleria Schiapparelli di Biella nel 1998. Il Museo del Territorio gli ha dedicato nel 2018 una Mostra Appunti di Viaggio, con raffinati schizzi a matita dei suoi giroli montani.  Forse c’è qualcosa di Bozzalla anche nei disegni di Placido Castaldi, altro artista pollonese, nei suoi alberi e nelle sue nevi. Potete conoscere questi artisti nel sito della prolocodipollone.com, dove ovviamente scoprirete gli aspetti turistici (ristoranti, sentieri, orari). Di me, non vi dovete fidare troppo!