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  >  D'antan   >  OLANDA IN BIANCO E NERO

Questo Girolo è anche un omaggio al periodo in cui mi stampavo le fotografie in casa e mi sembra lontano come l’Ottocento! La mia Olanda in bianco e nero mi piace di più di quanto pensi, se penso a quel Paese. Quando chiesi al mio collega Jan di scrivermi cosa mangiare e bere nel suo Paese, fece un elenco brevissimo, tre righe: tra le cose c’erano le bitterbollen (crocchette impanate, letteralmente palle amare) e il portiekaas, porzione di formaggio da mangiare con la moutarde, la birra tripel. Con ogni rispetto per la cultura Neerlandese, dopo aver girolato per una settimana, la mia lista dei motivi per andare in Olanda è appena più lunga. Forse sono ingiusta con quel Paese e mi scuso coi Neerlandesi e con il collega Jan. Se facessi come Tripadvisor, le 10 cose da vedere in Olanda sono:

  1. porti, canali e barche;
  2. birre bianche, birre tripel e aringhe crude;
  3. dighe e ponti mobili;
  4. Musei e Mostre;
  5. Veermer; e poi van Gogh, van Gogh, van Gogh, van Gogh, e van Gogh. Ovvero il Museo van Gogh di Amsterdam e il Kroeller Muller nel parco Hoege Veluwe.

Sono tornata in Olanda, per lavoro, nel 2010: con sede a Den Bosch (Hertogenbosch), che ha una cattedrale pregevole; ho fatto un Girolo a Rotterdam, (Girolo Olanda a colori): prediligo decisamente Rotterdam ad Amsterdam, cosa che dovrebbe far felice Jan che è nato a Rotterdam. Nel primo Girolo del 1992 la cosa che ricordo con entusiasmo è la Mostra De Grote Utopie: la migliore esposizione di opere del periodo Sovietico che mi sia capitato di vedere. Poco di Olandese, riferito al movimento De Stijl, ma molto onore agli allestitori Olandesi: una esposizione strepitosa. C’è soddisfazione nel vedere che una donna sconosciuta, tale Olga Rozanova, dipingeva come Max Rothko, quando lui portava ancora i calzoni corti. 

ALLA SCOPERTA DI:

BIRRE TRIPEL

La percezione di un Paese basso, sotto il livello del mare e che è cresciuto sottraendo spazi all’acqua, viene restituita abbastanza bene dalle mie fotografie in bianco e nero: case di mattone e alberi da vela; vele arrotolate e sartie contro la luce pura del cielo (nordico); ponti mobili su ogni canale; canali e rive arginate con casette di legno (simili a quelle svedesi) e pecore, pecore, pecore. C’è anche una pecora nera! Arrivando dalla Germania, dove Stefano ed io abbiamo visitato il nuovo Museo di James Stirling a Stoccarda, attraversiamo una zona di lussureggianti vitigni, passiamo per Maastricht (non ricordo nulla) e per Eindhoven, città della Philip (non ricordo nulla) e dirigiamo verso Den Haag, l’Aia. Sarò breve: la capitale è elegante, il nostro hotel molto elegante: a quei tempi, di solito, sceglievamo pensioni e alberghi molto modesti e, solo una notte ogni tante, ci concedevamo il lusso di un hotel 3 o 4 stelle, approfittando a fondo dei bagni. Andiamo a cena in una elegante birreria, dove io esagero con le Tripel: al momento di uscire, nonostante montagne di patate per assorbire, non riesco ad alzarmi in piedi, ho le gambe di sabbia. Mi devono riportare in hotel col taxi e decisamente mi vergogno.

Case di mattone e alberi da vela; vele arrotolate e sartie contro la luce pura del cielo

ORECCHINI DI PERLA

Mi riprendo in tempo per visitare, il giorno dopo, il Mauritihus dove ci sono un paio di favolosi Veermer il pittore che più di ogni altro sa trattare la Luce del Grande Nord. Lui è famosissimo per la Ragazza dall’orecchino di perla, ma in generale dipinge perle addosso alle sue merlettaie, lavandaie e lettrici di lettere amorose. Oltre alla Luce è gran maestro dei tessuti, che riproduce con impareggiabile perfezione. Voglio dire qui che Scarlett Johansson è perfetta in quel film: aggiunge al romanzo, e si avvicina a Vermeer. La “piccola strada” di Veermer è una summa perfetta delle case Olandesi e non posso pretendere che le mie, in bianco e nero, siano altrettanto comunicative. Andiamo fino al Mare di Den Haag, a Scheveningen dove ho una visione della spiaggia come girone dantesco: un inferno. Si capisce perché gli Olandesi vengono in vacanza a Jesolo e Cavallino, come fosse il paradiso. In tutto il bianco e nero olandese, c’è una foto a colori: io, seduta fuori da una bottega antiquaria, con un abito di raso bianco ed un giacchino nero a fiori. Elegante anche io,  in onore a den Haag.

SUL BORDO DEL MARE

Avevo letto di un Parco Olandese che si chiama Kennemerduinen, non lontano da una delle principali dighe che permettono al “paese cavo” di essere abitato. Il parco è quasi deludente perché gli manca la vista diretta sul mare; la diga è imponente ma non particolarmente affascinante. Invece, a Lelystadt la città costruita ex novo grazie alla diga, 3 metri sotto il livello del Mare, ci colpisce una City Hall modernissima e gigantesca, nella quale vaghiamo stupiti. Lelystadt mi ha stupita di nuovo, quando in rete, oggi, ho trovato un video youtube che si chiama Freerunning in het vernieuwde Stadhuis van Lelystad: guardatelo, sono 4 minuti mooolto interessanti sotto molti riguardi: city marketing, senso civico, comunicazione. Onore ai Neerlandesi. Direi che non passiamo da Delft che è città natale di Veermer,  famosissima per le sue porcellane blu. Invece mi ricordo Edam, la città che io associo ad un formaggio a forma di mondo schiacciato, con la buccia cerata gialla o rossa. Ci troviamo tante casette bianche, di mattoni accuratamente dipinti e ridipinti, strade acciottolate così manutenute che sembrano di porcellana. 

Direi che sia nello Zandvoort che faccio le fotografie alle pecore. Invece, le prime barche con alberi che fotografo nei canali urbani devono essere ad Henkhuizen affacciata allo Ijsselmeer chiuso dalla Afsluitdijk, quella di Lelystadt. Sulla stessa sponda c’è anche Hoorn che si presenta molto caratteristica, in questo rapporto barche, canali, case di mattoni, un vero leit motiv olandese. Altre foto di queste sinfonia sono a Kloveniers Burgwall, Amsterdam un quartiere molto consigliato anche dalle Guide: ci approdiamo alla fine del Girolo:  il resto del viaggio è stato per tentativi ed errori, girolando, nella speranza di scoprire qualche lato insolito o speciale del paese basso. Ricordo un porticciolo artificiale, quelli che si chiamano Marina, a Stavoren, di fronte ad Hoorn, più o meno. Paolo che viaggiava con noi è appassionato di barche a vela e ci teneva a vederle. C’era il medesimo sonoro di Porto Cervo (vedi Girolo Arzachena), tintinnio di metallo e fruscio di vento, ma senza il minimo lusso. In ogni località di sosta, ci fermiamo dove capita a bere una birra bianca e mangiare aringa cruda; poi ci viene un gran bisogno di fare pipì e così dobbiamo cercare una sosta successiva, dove prendiamo la prossima birra bianca e la prossima aringa cruda. Coazione a ripetere. Bitterbollen non ne abbiamo trovate molte, e le portiekaas non sono proprio il massimo (sono Gouda, Edam o Maasdam?).

DE RUSSISCHE AVANTGARDE 1915-1932

Mio marito che ha 43 anni, in estate indossa dei pantaloncini ricavati da vecchi jeans, che definire corti è un eufemismo. Ad Amsterdam viene particolarmente apprezzato ed avvicinato da maschi e femmine, che gli rivolgono inviti. Lui risponde sempre stupito e cortesissimo, che non capisce la lingua, opponendo sorridente diniego. Abbiamo tutti molto riso: non voglio cedere al clichè della capitale libertaria, droga, sesso e tutto quanto, però questo è stato il nostro approccio. Nella foto Paolo dice a Stefano “tu ai ragazzi qui gli piaci un sacco, caro mio. Dovresti essere lusingato”. Siamo spesso chiusi dentro i santuari di van Gogh (e degli altri): il Rijisk Museet e il Kroeller Muller, dove Stefano per rispetto all’Arte indossa jeans lunghi. Basterebbero questi due luoghi per fare un viaggio ad Amsterdam, senza dubbio

Per fortuna, ho studiato molto l’avanguardia sovietica del Novecento, grazie ai miei Maestri IUAV, Tafuri, Dal Co e gli altri. Adoro Tatlin e Malevic, El Lissitzsky, Rodchenko. In Olanda nel 1992 siamo in compagnia di Paolo e Rodolfo che sono due artisti. Così la migliore esperienza olandese è la Mostra De Grote Utopie allo Stedeijlik. Devo dire, parlando di Movimenti artistici che in Olanda c’è stato il De Stijl, neoplasticismo novecentesco, dove possiamo collocare due artisti conosciuti: Piet Mondrian quello dei quadrati colorati e Rietveld quello della sedia che sembra una costruzione per bambini.

OLANDA A COLORI

Se volete Olanda a Colori, aspettate il secondo Girolo a Rotterdam e Hertogenbosch (nel 2010), nella Rubrica Eumondo. Come appetizer una immagine della Cattedrale di Den Bosch, bellissima e un negozio che vende il suo Dolce caratteristico: sono bollen, ma non amare.