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SANT’ANNA DI BOCCAFOSSA

Ormai parliamo così: non c’è museo, collezione, pinacoteca che non abbia l’acronimo; non c’è punto di ritrovo, smistamento, distribuzione che non sia un hub, nessuna sede per pranzare, festeggiare, assistere a spettacoli che non sia una locationNon capisco ma mi adeguo, diceva un comico in Quelli della Notte, RAI2, 1985.

30 maggio 2021, decido di tornare a Sant’Anna di Boccafossa (Girolo La Livenza), per visitare una Esposizione sul Paesaggio nel Museo che porta la denominazione MUPA: Museo del Paesaggio. Vi ricordate il crocevia sul Brian dove stava la casa con il ciliegio in fiore?

La curiosità sollevata da un MUPA nel “borgo museale” di Torre di Mosto, era vivissima e l’occasione della mostra fotografica dedicata alle terre evolute, una occasione perfetta. Uscita al casello A4 di Cessalto, attraversata Ceggia, dove mi colpisce un edificio contemporaneo che decido di tornare a fotografare, scendo lungo il Piavon in direzione Mare. Non posso non fotografare, per l’ennesima volta, il relitto spiaggiato dell’Eridania, che ormai sta arrivando a mostrare lo scheletro quasi per intero. Ho delle foto degli anni Novanta, quando ancora aveva i tetti; nel 2016 era già come adesso.

Ad una delle Idrovore lungo il Piavon, mi fermo per fissare il paesaggio, solita miscela di acque, rive, vigneti e casoni sfondati. Tantissimi pescatori lungo il Piavon e il Brian: in questo crocevia parlano esclusivamente slavo e scherzano fra loro su di me che faccio foto. Guidare sull’argine è laborioso, per tutte le automobili parcheggiate da chi pesca.

ALLA SCOPERTA DI:

MUPA

Il Museo, MUPA è una vecchia scuola (anni Sessanta?), ristrutturata, con l’intervento al piano superiore di qualcuno molto molto bravo/a, che l’ha resa davvero bella: le fotografie degli interni, se le desituiamo, ci fanno immergere in un museo urbano, di qualche capitale europea.

La collezione di quadri è notevole, qui, in mezzo alle terre bonificate, lontani dal resto del mondo. Ci sono Pizzinato, Guidi, Basaglia, Crippa, Pirro, nomi noti anche a me che non sono un’esperta; poi Cesca, Pasetto e Pancino che non conosco e che rappresentano il territorio, ma non sono certo pittori della domenica, come si dice. Alcune opere sono davvero pregevoli e fanno di questa ex scuola una vera sorpresa. Poi c’è un Guglielmo Ciardi che merita il viaggio: è una barca in Laguna, di raffinata magia, che trasmette proprio tutto il fascino di certe luci e di certi Silenzi che esistono solo lì, nel mondo di mezzo, tra aqua e tera.

Il fascino di certe luci e di certi Silenzi che esistono solo lì, nel mondo di mezzo, tra aqua e tera.

Mentre mi aggiro, sola soletta in questa domenica di fine clausura, due signori parlottano, ammirando le opere: poi quello col sigaro spento tra le dita e la mascherina sotto una caveada bianchissima, mi invita a visitare le opere di Pino Castagna, a me del tutto ignoto, sono lavori di bronzo, à la Moore ed installazioni in vetro o cemento come “Gli occhi degli alberi”. Si capisce che il cortese signore ne sa e ama quelle opere e quel luogo. Alla fine della visita guidata, dandoci la mano (penso io: sicuramente è vaccinato dato che avrà la mia età), e presentandoci, capisco che lui è il Direttore del MUPA: mai avevo avuto un direttore come guida. Mi racconta anche dei progetti che ha in mente per un Miglio Museale, tra San Donà di Piave (Parco delle Sculture) e il Brian, con al mia amatissima Chiusa (quella per un film di Ridley Scott).

La Mostra per cui sono venuta è in quella che immagino sia la Palestra della Scuola (invece è stata costruita apposta dal Museo!): mi ricorda il Ginnasio Tedesco vicino a St. Pancras a Londra (le foto sono del 2009).

London Gymnasium

La sensazione che l’Europa sia molto più unita di quanto non crediamo, mi conforta. E le dinamiche della provincia veneziana ancora di più: finché c’è qualcuno che ama i luoghi, abbiamo speranza.

ERALDO HUB CEGGIA

Il cortese Direttore dice “qui intorno il paesaggio è praticamente intatto, com’era negli anni Trenta. Gli edifici sono rimasti quelli”. 

Ma, nel centro storico di Ceggia, c’è qualcosa di nuovissimo.  Decido di prendere lì il mio prosecco millesimato, invece di tornare nell’osteria di Sant’Anna, col suo placido torpore fluviale (Girolo Livenza).

Sto fotografando l’edificio contemporaneo che mi ha colpita passando, con la passerella pedonale sul Canale, fortunatamente non ispirata a Calatrava. L’insieme delle due sponde è davvero interessante ed inatteso. Mentre mi aggiro, dal cortile esce una Signora in Bicicletta: le chiedo cosa siano gli edifici e sono molto fortunata, perché ne sa. È una domenica illuminata, la mia: i cittadini di queste terre evolute sono disponibili al racconto dei loro luoghi e a farli vedere. Forse il naturale riserbo di chi vive fuori città si sta affievolendo. 

Addirittura la Signora in bici, rientra nell’edificio e mi fa vedere come funzionano le paratoie delle vetrine, che scompaiono nel marciapiede. Sì, vetrine: perché l’edificio su questa sponda è un negozio di Moda, l’allestimento curatissimo mi richiama Harrod’s a Londra. Un colpo d’occhio.

Mi racconta qualcosa, mi fa sbirciare dentro, il cavedio, l’arredo, il layout: fantastico. Poi mi fa notare gli edifici, tipo magazzino, sull’altra sponda, collegati dalla passerella no-calatrava. L’insieme è veramente notevole. Andrò online appena a casa: questo sito si chiama Eraldo Hub ed è un sistema Moda, progettato da P+F architetti padovani, i quali vantano un portfolio ragguardevole. 

C’è di che brindare col millesimato, a questa evoluzione della provincia veneziana: di fronte a me ho una casa padronale veneta e il fianco della Parrocchiale. Una cartolina più tradizionale dei paesi di questa provincia, che evidentemente sanno rinnovarsi. Poi, decido di testare un’Osteria che ha fatto l’upgrading, in piazza Indipendenza a Torre di Mosto: Isetta. Mangio bigoli con le vongole (senza prezzemolo!) e una crema al mascarpone su quadrati di sfoglia (un dolce semi destrutturato?).  Bisognerebbe approfondire il menù, tornandoci.

Uscendo da Ceggia, verso Torre di Mosto, in località Pra di Levada, incrocio una Villa Marcello Qualchecosa Qualcuno, un interessante e grande compendio, in parte perfettamente manutenuto (con Oratorio e Parco) in parte malmesso (edifici rustici dalla parte opposta della Triestina). Leggerò nel web che si tratta di una location per Eventi: se vi interessa guardate matrimonio.com. Questa, contaminazione tra modernissimo e Settecento, a pochi chilometri dalla città delle vacanze (Caorle, Eraclea, Jesolo) mi affascina sempre di più.