MILANO TORTONA
BIELLA-MILANO
Non conto più le volte in cui ho sentito dire che se da Milano a Biella (e viceversa) ci fosse un servizio di treni “metropolitano” (frequente e rapido), sarebbero in tanti a scegliere la qualità di vita biellese pur lavorando nella capitale lombarda. Certo che, dagli anni ‘70 (mezzo secolo) nulla è migliorato nei viaggi ferroviari, che restano lunghissimi (2 ore) e rari, guai nei festivi. Io ho deciso di volgere a virtù la necessità di transitare a Milano, lungo il mio cordone ombelicale Venezia-Biella: da Milano DEVO passare, tanto vale approfittarne, con soste motivate. Ho dedicato due Giroli a Milano e, preso abbrivio, adesso vi rendo conto delle mie soste “virtuose”, quando lo meritano. Milano, ha detto qualcuno, è una piccola metropoli: considero una fortuna passare così spesso nella nostra NYC.
ALLA SCOPERTA DI:
GALLERIE PER L’ITALIA
Vi ho parlato benissimo di Palazzo Chiericati a Vicenza (Girolo Vicenza) e dei patrimoni della mia Banca, Intesa Sanpaolo. Bene: a Milano i palazzi posseduti sono ben tre, angolo Piazza Scala, via Manzoni, di fianco a Palazzo Marino (Comune). Messi in comunicazione tra loro, formano uno spazio gigantesco, dove sono visibili collezioni permanenti ed Esposizioni temporanee (gratis per i correntisti). Raggiungo il sito e girolo tra artisti dell’Ottocento (Morbelli, Tito, Delleani), del primo Novecento (Balla), del Novecento avanzato (Capogrossi, Santomaso, Basaldella, Fontana). Sono sempre stupefatta dal valore dei nostri patrimoni privati (e per lo più invisibili). Tornando verso la stazione, in lunga passeggiata (quasi 3 chilometri), scatto una foto molto simile ad una delle mie in bianco e nero: il tram che passa la Porta Nuova: lungo via Manzoni mi sembra tutto cambiato, ma questo fermo immagine no. Mi fermo a pranzo in un bar Bianco Latte dove fanno un gelato squisito e sono giustamente trendy, molto gentili.
Sono sempre stupefatta dal valore dei nostri patrimoni privati e per lo più invisibili
TORTONA
Dopo questa sosta virtuosa andando a Biella, ne faccio una andando ad Arona (l’assurdo è dover arrivare fino a Milano senza poter deviare da Novara verso il Lago). Voglio andare in zona Tortona, entrare al Mudec: il Museo delle Culture ricavato dai vecchi stabilimenti Ansaldo (dove sono anche i magazzini e laboratori costumi della Scala). Prendo M2 fino a Porta Genova e mi faccio distrarre dalla indicazione naviglio Grande: non ci sono più stata dai tempi dello zio Marino (una rapida toccata con Roberta e Rodolfo, per Basquiat). C’è un’aria da “sabato fuori porta”, tanta gente nei dehor, nel mercatini (deludenti), turisti che fotografano. Passo i binari ed eccomi in via Tortona: un equivoco sul prezzo di entrata (33 euro!!) mi respinge. Davvero troppo, qualunque cosa sia. Passo da un temporary shop di Santamadonna (deludente) e mi rifugio al Silos Armani in via Bergognone (6 euro per una immersione di bellezza). Sia mia cugina (stilista) sia mia suocera (costumista) dicono che dopo Armani il nulla. Taglio perfetto e tessuti fa-vo-lo-si, abbinamenti magistrali. Il Silos è uno spazio molto bello, gli abiti di più. Un vero conforto dopo il disappunto di Mudec. A casa scopro che le collezioni permanenti si visitano gratis e ogni Mostra costa 14 euro: cosa diavolo ho chiesto e cosa diavolo mi hanno risposto (33 euro)! Ma, ottima scusa per la prossima tappa virtuosa. Tornerò anche a pranzo da Il Panino Ignorante: i titoli sono geniali Polpo di Fulmine (buonissimo) e Fuori Salmone. Caro, ma si capisce (tra Naviglio e Design).