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FILIPPA, LA DIVINA

La conoscete, mia zia Filippa, dal Girolo Francia del Sud, in occasione del suo compleanno 2005. 

Lei merita un romanzo, che non mi decido mai a comporre: ne ho tanti capitoli e tante foto. Ho utilizzato nel Girolo Odessa, la lettera di uno dei suoi spasimanti, cui la Divina dava il blu  cioè li mandava a rane, dopo averli illusi. Non posso raccontarvi la mia Grecia senza dedicare ad uno di loro (i corteggiatori della Fil) un girolo d’antan: tra Atene e il Pireo, per essere precisi a Vouliagmeni dove si svolge una promenade amoureuse sulla spiaggia, più che galeotta, dopo uno spettacolo al Teatro Greco. So queste cose da un carteggio che si svolge tra i due protagonisti, Fil e Chari, correva l’anno 1957 (io avevo quasi 3 anni). Della Zia mi sono rimasti i Menù della Nave che da Venezia porta lei e l’amica del cuore Raf al Pireo; le lettere di Chari detto il Pascià, che forse è stato suo allievo all’ITI di Biella, dove venivano a perfezionarsi i periti tecnici stranieri, anche se trentenni già impiegati (con l’età delle giovani Professoresse). Ci sono le fotografie che la ritraggono deliziosa tra le colonne dei templi in prendisole castigato, di ottima sartoria; poi, insieme a Raf, con due pastori locali. Quanto a giroli, nel quadro dei miei in Grecia (Atene, Salonicco, Pelio e Skiathos), ci sta bene questo girolo nel Tempo. Ricordo perfettamente che dal Pireo telefonai alla Zia, come facevo spesso invece che mandarle cartoline: lei, professoressa di geografia economica e viaggiatrice attenta, sapeva sempre apprezzare le mie descrizioni dei luoghi. MAI avrei potuto sospettare che chiamandola dal Pireo le riportavo alla mente un episodio saliente della sua giovinezza, rimescolando chissà quali fondali. Lo avrei scoperto oltre 12 anni dopo, mettendo ordine nella casa che da lei ho ereditato. Giroli sentimentali.

ALLA SCOPERTA DI:

LA MOTONAVE VENEZIA-ISTANBUL

Nel 1957 Fil e Raf si imbarcano sulla Motonave S. Marco, una delle ammiraglie della flotta Adriatica Navigazione, Società con sede a Venezia alle Zattere, che fa la rotta Brindisi-Atene-Costantinopoli. Abbiamo i Menù dal 26 luglio al 3 agosto, arrivo al Pireo: gelato Mimosa, Insalata Alma Luigia, crema di pollo Esperia, Gateau Eveline, Dolce Mafalda, Crema Dama Bianca, Insalata Noemi, Veloutine Camelie, Rumpsteack à l’Americaine, Coppa di Gelato Venus. Le attende ad Atene, Chari che nella corrispondenza, per un po’, si firma il Pascià, con scherzosa confidenza. Le due signorine, che lui definisce le mie Schiave (!!)  alloggiano all’Acropol Palace. 

Care Schiave!! Non sono partito per Salonicco perché il mio amico si è rotto il braccio. Son tornato appena adesso da Levadia e parto per Kifissia. Sarò di ritorno alle 9 ½ circa di stasera. Se non avete nulla in contrario prenderemo il caffè insieme, il vs. aff.mo Pascià. 

Cosa successe ad Atene, non sapremo mai, potrei romanzare, e forse lo farò. Qui atteniamoci alle carte autografe. 

Cara Fil, mi rincresce non essere in grado data la mia imperfezione linguistica di poter rendere questa mia lettera una piacevole lettura, ma mi consola il fatto che con la tua immaginazione completerai alla perfezione i punti e le parti non perfette. Avremo l’occasione di risentire le nostre voci sotto il cielo di Vouliagmeni, col plenilunio, che illuminava il nostro esperimento….. 

Il romanzo sentimentale c’è tutto, in poche righe. Penso che anche il Pascià, per quanto più giovane di Filippa, che avrebbe 100 anni, sia ormai per sempre con lei, altrove.

Sto studiando per diventare zia,

in realtà non deve piacermi nessuno

MARGARET ATWOOD, TESTAMENTI 2019

VOULIAGMENI

Vouliagmeni è il nome di un viale lunghissimo che, iniziato al parco dell’Olympeion (di fronte al nostro Hotel di Atene nel 2004), corre fino al Pireo, il Porto di Atene. Ma la località citata dal Pascià non è proprio in centro al quartiere del Pireo, quindi lui e Fil devono esserci andati di proposito, magari a cena. Grazie alle lettere che la Zia manda alla nonna, dal viaggio del 1957, ricostruisco. Le due signorine Professoresse sono arrivate ad Atene in tempo per partecipare alla cerimonia funebre del Patriarca Greco ortodosso: una cerimonia bellissima che non si perderebbero per niente al mondo. E io, che adoro le chiese ortodosse e il rito, che si celebra nascosto dalla Iconostasi, me le vedo rispettose e affascinate, guardare tutte le icone dipinte e argentate, sentendo pregare in una lingua che non comprendono, pur avendo studiato al Liceo Classico. Poi, scrive Fil a sua madre, i miei studenti greci ci hanno bene accolte ad Atene e invitate a pranzo nelle loro famiglie. Fa qualche nome, Andreas, Gheorgis, Costantino detto Costas (che lavora ad una autostrada da Volos a Salonicco). Non una parola sul Pascià, ma sua madre è meglio non sappia, ovviamente. Invece eccolo, nell’ultima lettera prima di ripartire per Brindisi, al ritorno: 

Tutto benissimo, sempre con il concorso dei miei Greci, primo fra tutti quel Chari che forse ricorderai di aver sentito nominare

La spudorata mette nero su bianco, addirittura a sua Madre e per noi posteri. Negli scarni appunti presi da mia Zia, su una Agendina di Banca Sella, leggiamo. 

  • 3 agosto: Cena sotto gli alberi, rientro verso 1.30. No comment. 
  • 5 agosto Vougliagmeni: bagno e pranzo alla greca, sotto gli alberi. Passeggiata con esperimento psicologico, rientro ore 2.30. No comment. 
  • 6 agosto: dopo cena con Chari, Acropoli sotto la luna, rientro verso le 3. No comment. 
  • 7 agosto: girato. Ore 18 partenza per Creta. 
  • 9 agosto: ritorno da Creta sul Karaiskakes
  • 10 agosto: per chiudere in bellezza Fil sale da sola all’Acropoli, appena sbarcate al Pireo, alle 7.30 Chari verrà al Pireo, per un ultimo saluto e il terribile imbarco!! sul Kolokotonis

Le foto di Fil e Raf col pastore greco le ritraggono trentenni col piglio che ci si aspetta da due “ragazze sole”, che girolano l’Europa. Da qualcuna ho preso. Le foto del Pireo sono mie, di mezzo secolo dopo.

LA GRIGIO AZZURRA CON ANCELLE

L’agendina del 1957 ci regala, oltre alle conferme di prima mano di Filippa sull’esperimento psicologico con Chari, una vera sorpresa: il suo ritorno in Grecia, l’anno successivo, appena può. Sbarca al Pireo, 14 agosto 1958, e spudoratamente, scrive a sua madre: 

Io qui sono proprio di casa! Appena scesa al Porto mi sono sentita chiamare….!  In hotel tenterò una telefonata a Chari. 

Questa volta la zia alloggia al Cosmopoliti, albergo alquanto più modesto dell’Acropole Palace del 1957. Visita qualcosa e poi si imbarca per Egina sull’Enrietta. Due giorni e poi rientra nella capitale, sul Pindos. Nei successivi giorni visita Corinto, Nauplion, Epidauro, Micene: fa il nostro stesso girolo del Peloponneso (Girolo Atene) Da sola (o così sembra) e in autobus: una audace girolona!! Vede l’Ifigenia in Tauride. Soltanto il 18 agosto, dopo una settimana, segna: 22.30 a cena con Chari, rientro 2,30. Altro plenilunio ed altro esperimento? No comment. Il giorno dopo visita Maratona, poi Chari la accompagna all’Odeon di Erode Attico a vedere Edipo re. Non capisco niente e sono commossa. Il 20 pranzano al Licabetto. Alle 20.30 assistono all’Edipo a Colono e rientrano in albergo alle 24, dopo cena. Il 21 Agosto vanno a Levadia e a Delfi, poi al monastero di Ossios Lucas. Le due signorine rientrano sulla Mediterranean: rotta verso Brindisi, poi in treno verso Milano e Biella. Alcune annotazioni sugli spettacoli Tragici sono poetiche e mi piace riprodurle: 

Gruppo verde, quelli in verde grigio, uno in rosso mattone, una in giallo e blu, si agitano un po’ e fanno una cantata, la grigia azzurra arriva con ancelle in giallo mattone, tutti in ginocchio, uno arriva dal fondo in giallo azzurro e verde, agitato, infine entra Edipo.… 

Le fotografie sono del mio viaggio ad Atene, nel 2004: in bianco e nero per ambientarsi nel viaggio del 1957, ma è un trucco. Purtroppo io non ho visto nessuna Tragedia in Grecia e nemmeno a Taormina, non posso ricostruire la scena coloratissima che descrive mia Zia: ma lei è brava, in poche righe destrutturate rende una pittura efficace. Anche se pensava ad Altro, era attenta alla coreografia e puntigliosa nel resoconto. Quanto alle Ancelle, come non evocare La Atwood e il suo Racconto dell’Ancella, famoso dopo la serie TV: della Atwood la citazione iniziale. Non c’entra niente con le Tragedie Greche, ma insomma, forse più di quanto sembri. E mia Zia, sì, lei potrebbe stare dentro il romanzo della Atwood: potente, erudita, altezzosa, non deve piacerle nessuno.