Su
  >  Ispirazioni

Ispirazioni

Una canzone, un libro, un quadro, un oggetto, un cibo che sbriglia i pensieri, li connette, e finisce per ispirare dei Giroli. Oppure, col procedimento inverso, durante un Girolo ci viene una ispirazione, che ci porta immagini, frasi, personaggi, suoni, altri luoghi. Potremmo chiamarle citazioni o rimandi, note a margine, oppure spunti e suggerimenti, suggestioni.

Però ispirazione è una parola più leggera, col suo riferimento al respiro: si inspira qualcosa magari senza nemmeno darle peso; e poi l’aria girola e finiamo per espirare qualcos’altro, chissà quando e dove. 

Poi, come dice Babel “la felicità è l’ispirazione”. Lui si riferisce agli scrittori,quando si stimola il loro genio creativo, ma va bene anche per chi girola. C’è della felicità nel partire da una suggestione e decidere di andare avedere. C’è della felicità nel descrivere quello che ci è piaciuto, andando. Magari soffiamo ad altri un suggerimento, che aleggia e a sua volta crea uno spunto. 

Da qualunque fonte arrivino: Cultura alta, popolare, grande Arte e piccoli mestieri, beata Ignoranza e somma Sapienza, cose e Caso, autori, artisti, siti web, TV, social, persone e anche animali.

Ispirazione
è una parola leggera.

Sono degli sciocchi quelli che dicono che non c’è felicità su questa terra. La felicità è l’ispirazione.

ISAAK BABEL’ TUTTE LE OPERE, ARNOLDO MONDADORI EDITORE 2007

Idiota in Viaggio

Il libro di Jean Didier Urbaine (L’idiot du voyage) è un pilastro della sociologia turistica. Il titolo sembra irrispettoso se non si conosce l’etimologia di idiota: qualcuno/a che ignora il contesto della sua osservazione, vede e scopre con occhio “candido” e naif. Un/a abitante non conserva (generalmente) la capacità di astrarsi dal contesto, da ciò che conosce perché vede ogni giorno: spesso finisce addirittura per non vedere più. Il visitatore, inesperto del luogo per definizione, vede le cose per la prima volta -le scopre- e necessariamente gli appaiono nuove, ne sa poco, è ignorante (non imbecille). Per questo, spesso, è un occhio ideale per vedere i luoghi, le cose notabili, senza i pregiudizi che gli abitanti hanno accumulato. Sembra un insulto, dare al/alla turista dell’idiota, invece gli/le si riconosce un talento, addirittura una tecnica del guardare. L’occhio turistico è libero di stupirsi del bello (l’idiota di Urbaine) e, altrettanto, libero di ignorare le brutture, i conflitti, i problemi (non è un antropologo e nemmeno un urbanista). Vive i luoghi nella propria ingenua momentanea visione. Succede a milioni di persone che visitano ogni anno Venezia, per dire.

Villa Viciosa

Zuppa di fagioli e vongole, una scoperta folgorante nella mia pratica culinaria.

Gio' alpinista

Per noi ragazzi, l’Alpinista di famiglia era mio padre Toio. Poi, nel 2017, saltano fuori dalla cantina alcune lastre: fatte con macchine professionali, nei primi anni ‘40. E, pur essendo sul ghiacciaio, il riflesso delle nevi sta al suo posto, i controluce sono voluti e sapienti, immagini da Esibizione. Angiola, detta Giò, ventenne nubile, chissà dove e dopo quale scalata (fornita di corde e picozza), con quale Guida patentata. Quando l’ho scoperta, questa Giò, tutta la mia vita ha fatto un doppio carpiato con avvitamento: niente è stato più come prima e ci vorrebbe Freud. Potrei dire che mi sono innamorata di mia madre, se non è troppo forte. E’ diventata per me una persona, che era vissuta senza di noi, era stata ardita e sorridente, aveva fatto una bella vita in luoghi da favola. Ah, se gioventù sapesse, ma per fortuna non sa. Quella lastra, ha aperto un girolo di anni, con le foto, le lettere, con la famiglia che non avevo conosciuto e dentro di me. Ogni volta che la vedo, la Giò Alpinista, mi emoziono.

Le Passant De Prague

En mars 1902, je fus à Prague. J’arrivais de Dresde. […] l’heure à l’horloge de l’Hôtel de Ville. La Mort, tirant la corde, sonnait en hochant la tête. D’autres statuettes remuaient, tandis que le coq battait des ailes et que, devant une fenêtre ouverte, les Douze Apôtres passaient en jetant un coup d’œil impassible sur la rue. […] nous traversâmes le quartier juif aux étalages de vieux habits, de ferrailles et d’autres choses sans nom. […] Nous passâmes la Moldau sur la Carlsbrücke [...] De ce pont orné de statues pieuses, on a le spectacle magnifique de la Moldau et de toute la ville de Prague avec ses églises et ses couvents. En face de nous se dressait la colline du Hradschin. […] Nous visitâmes le château royal du Hradschin, puis la cathédrale […] Ne visitons plus de monuments. Marchons dans les rues. Regardez bien Prague ; Humboldt affirme qu’elle est parmi les cinq villes les plus intéressantes d’Europe. — Il est l’heure de dîner, [...] le goulasch au paprika, les pommes de terre sautées mêlées de grains de cumin, le pain aux graines de pavot et la bière amère de Pilsen […] Nous traversâmes la grande place rectangulaire nommée Vàclavské Nàmesti. - Guillaume Apollinaire -

Peperoni al Ratafia'

Un mio esperimento sono i P’vrun al Ratafià di albicocca, una stramba prelibatezza.

Donne di corte

Adoro i romanzi storici sulle Donne di Corte. Una mia icona è Dumas, La Regina Margot. Come non leggere la Bellonci, da Lucrezia Borgia a Rinascimento Privato. Una sua collega straniera è Philippa Gregory: un suo romanzo tra tutti The other Boleyn girl (c’è anche un film). Tracy Chevalier, famosa per La Ragazza con l’orecchino di perla, ha scritto anche La Dama e l’Unicorno. Régine Pernoud ha scritto Eleonora d’Aquitania, una regione dove vi ho portati (Duna del Pylat). Nel Girolo Odessa ho citato Carolly Erickson e il suo La Grande Caterina. Durante la Pandemia ho visto, su RAIPLAY, tutte le puntate di Isabel, una serie TV spagnola che raccomando senza dubbio. Come non citare il capolavoro di Ermanno Olmi: Il Mestiere delle armi, film che ha protagonisti maschili, ma guardatevi le Donne!!! Poi c’è Benedetta Craveri, Amanti e Regine, un compendio. Lungi dal voler fare una Bibliografia (sto mescolando storiche, narratrici, registi), solo qualche ispirazione sul tema…...

Pasta a Quattrocchi

La Pasta a Quattrocchi, con le melanzane dell’orto e il tonno messo in scatola dai pescatori locali, nacque alle Isole Eolie 40 anni fa.

Dolce Nonna Maria

Maria Regaldo, preparava la crema bachique: rigorosamente con uova e vino dei loro possedimenti.

Antony Gormley

Antony Gormley è uno scultore Britannico. Alla Tate di St. Ives in Cornwall c’è una sua installazione Field for the British Isles di grande effetto: miriadi di creaturine rosse, un popolo di terracotta, dilaga nelle stanze. Qualche anno dopo ritrovo Gormley a Crosby Beach, Liverpool (Another Place): umani si incamminano in mare, verso l’infinito.

Rosa Purpurea

In Veneto ci sono tanti tipi di radicchio: Castelfranco, Verona, Treviso, Chioggia, tutti rossi o variegati. Quello che io utilizzo viene chiamato Rosa di Chioggia, che è poetico. La mia idea di impanare la Rosa, come per un fritto piemontese, non trova riscontro in alcuna ricetta o ristorante veneto, dovrei brevettarlo.

Lido di Lido

So di essere banale, ma come non ricordare il Lido come l’ha visto Visconti, nella Morte a Venezia (da Thomas Mann): le capanne da sfondo alla gloriosa Silvana Mangano, le stesse dietro di me, dopo la mareggiata del 1979. E poi c’è Molesini che inventa una storia attorno all’Excelsior e al suo direttore Nicolò Spada. Lido, Mare, Laguna, Liberty, Cinema, Icone.

Melanzane a Baratti

Le melanzane, come le faceva Ernesto a Baratti. I campi, tra il nostro casale e gli scogli del Pozzino, erano coltivati a girasoli o, a rotazione, a melanzane. Il decoro del Piatto, fatto nel 2021, celebra quel paesaggio.

Riso Artemisia

Il Genepì è un amaro alpino, basato su un bouquet di erbe, principalmente della Famiglia Artemisia. La più celebre è l’Artemisia Absyntium (l’Assenzio), da cui i Francesi han fatto un liquore famoso. L’Artemisia Genipi della Valle Cervo, detta anche Artemisia Maschio, è meno celebre: nelle Famiglie va così.

Villa Contarini

Nel 2022 ho visitato Villa Contarini Camerini a Piazzola. È un vero pout-pourri di ogni epoca dal ‘500 al ‘900: le Grottesche, gli Stucchi, il Trompe l’Oeil, il mosaico e le maioliche, pavimenti di sassolini e pareti di conchiglie, mobili Liberty e finto Rococò, specchi a perdere, migliaia di libri e stampe.

Francia del Sud

Ingredienti: tonno, olive, pomodori, acciughe, uova sode e poi se volete ravanelli, peperoni, patate lesse. Insomma un mesclùn estivo o come direbbero i cugini di Francia, un melì melò. La ricetta l’ho disegnata per la zia Filippa protagonista del Girolo.

Ivrea Olivetti

Karen Blixen usava una macchina da scrivere Olympia. Io ho battuto i primi tasti, negli anni Sessanta, sulla Olivetti Lettera 22 di mia sorella Ceta. L’immagine è tratta da siti di vendita online.

OLIVETTI LETTERA 22

Venezia 1

È sempre una speciale emozione rivedere su You Tube il
Milione Quaderno Veneziano di Marco Paolini prodotto da RAI2 per l’evento in Arsenale a Venezia nel 1998. Io ero sulla Motonave, che si vede fuori dalla Gagiandra, dove c’è il palcoscenico.

Vernazza

Mio padre Toio nel 1979 scriveva:
"Il treno, in dieci minuti (da Levanto) ci scodella, tra una galleria e un’altra, sul mare di Vernazza."

Le ragazze danesi

Jens avrebbe potuto camminarle appresso chè una cicogna può benissimo camminare, anche se ha un'ala rotta.

KARIN MICHAELIS BIBI. UNA BIMBA DEL NORD EDITORE A.VALLARDI MILANO 1933

Andorra SPA

In una famiglia dove TUTTI giocano a scacchi per sopravvivere ho scelto di girolare nei luoghi dei Tornei. Gli scacchi di Lewis, in gaelico FIR-TAILISG, li ho visti al Museo Nazionale della Scozia.

LEWIS CHESS. NATIONAL MUSEUM SCOTLAND