Giallo Svezia
GIALLO SVEZIA
Quando ero giovane, negli anni Sessanta, la Svezia era celebre per le ragazze: che erano molto emancipate e quando venivano in vacanza in Italia attraevano i nostri maschi come api col miele. Poi, siamo diventate tutte emancipate e dei Paesi scandinavi abbiamo cominciato ad apprezzare lo Stato Sociale: lavoro per le donne, asili per i bambini, cura per gli anziani. Infine, col cambio di Secolo, è diventato di moda il thriller svedese che ha grattato sotto la patina, facendo emergere contraddizioni: l’alcool, la droga, la xenofobia, la solitudine.
Non è vero che il romanzo poliziesco o noir (che noi chiamiamo giallo per via delle pubblicazioni periodiche della Mondadori che avevano la copertina di quel colore) sia un genere minore: chi scrive bene ti comunica qualcosa di rilevante, anche se la trama è finalizzata a scoprire il delitto, senza tirarsela troppo sullo stile letterario con cui ti tiene sospeso (suspense) o ti fa rabbrividire (thrill). Sono una appassionata del genere e riconosco il merito per la diffusione del Giallo Svezia all’editore veneziano Marsilio, che nel 2008 apre una Collana, a partire dalla trilogia Millennium, (Uomini che odiano le donne). Io, ho letto Stieg Larrson, autore della Trilogia, solo dopo che ero stata a Stoccolma, nel 2011, col dovuto ritardo di una snob rispetto alle mode.
ALLA SCOPERTA DI:
STOCCOLMA
La Capitale mi è piaciuta da pazzi, cosa che non mi aspettavo. In una frase, l’ho trovata uno splendido arcipelago urbano. È costruita su isole, come Venezia ma più grandi delle insule e solo 14 bastano a farne una metropoli; però sono molte di più e intorno alla città si sviluppa un sistema di “villaggi urbani” nei quali l’acqua mantiene un grandissimo ruolo. A Lidingo e a Sadham (luogo dei Gialli che portano quel nome), ci sono le residenze di villeggiatura degli stessi abitanti di Stoccolma: una specie di Lido di Venezia, villeggiatura fuori porta. Se guardate una mappa, sia Kungsholmen che Sodermalm sembrano pesci: Ostermalm sembra una testuggine marina che nuota verso Vasastaden e Djugarden una lontra. Se come dice Tiziano Scarpa Venezia è un pesce, direi che Stoccolma è un acquario. Il sistema di trasporti, soprattutto la metropolitana di superficie, è efficiente e si va da casa al lavoro o in centro attraversando ponti e viadotti, o tunnel, canali e boschi, in un paesaggio pregevole. Alcune di queste isole centrali sono interamente o parzialmente dedicate ai Musei: l’isola dei Musei, l’isola Djugarden che è quasi tutta un Parco, l’isola Gamla Stan con i Palazzi Reali, l’Opera, i negozi e i locali di ristoro. Poi ci sono i grandi quartieri Norrmalm (a Nord) e Soderrmalm (a Sud). Quest’ultimo è considerato di tendenza, giovanile e creativo (lo era tra 2011 e 2015, oggi non so). È quello più presente nei romanzi di Larrson e ci si muovono i protagonisti: il giornalista di Millennium, Bloomqvist e la hacker borderline Lisabeth Salander. Lei è la negazione dell’eroina: trasgredisce qualunque regola, esagera sempre, è abilissima con le tecnologie, cinica e spietata, la sua etica è incerta. Ed è così che ci conquista, perché alla fine punisce quelli “cattivi di animo”, non ci importa come. Devo dire qui che, dei film ispirati a Larsson, prediligo nettamente quelli svedesi rispetto a quelli USA: mi piace Noomi Rapace, una Salander perfetta, mi piace lui, Michael Nyqvist un brutto fascinoso e mi piace più di tutti la direttrice della rivista Millennium, l’attrice non protagonista Lena Endre. Pare che il Museo Statale di Stoccolma organizzi Millennium Tour anche in italiano: vi porta nelle giuste Gatan o Vagen, nei luoghi del Giallo, nei kafè e altri locali dove i protagonisti vanno d’abitudine.
Uno splendido arcipelago urbano
ROSSO SVEZIA
La cosa che mi colpisce molto, nel 2011, è questa desinenza Gatan (che assomiglia all’inglese gate) e dove non c’è Gatan trovate Vagen: vengono appiccicate ai nomi di tutte le strade, facendone diventare alcuni lunghissimi ed impronunciabili. Per lavoro avevo preso un hotel Best Western, in Norrmalm, fuori dalla prima cintura centrale che si chiama Odengatan, in Vanadisvagen: la Svezia è cara come il fuoco e mi sembrava perfetto un albergo senza troppi servizi, quasi un loft, in un quartiere residenziale, pieno di supermercati che vendono pasti pronti, per persone sole. Avrei potuto sentirmi un personaggio di Larsson, ma l’ho letto dopo!
A parte gli orari obbligati dal lavoro, ho girolato indefessa fin dove potevo arrivare a piedi e poi sono salita su un qualunque tram, per qualunque direzione finale. Ho imparato a fare così da un po’ di anni, per vedere quello che i turisti non vedono. Capito così anche i quartieri nuovissimi, a sud di Sodermalm (come Hammarby), ricavati da vecchi spazi industriali in disuso e a Nord di Vasastaden (Alvik). Mi faccio un’idea della Svezia normale, quella delle ex ragazze emancipate e delle famiglie con buoni servizi sociali, con anziani pensionati che vanno in palestra e in biblioteca. Capisco che gli Svedesi amano la loro luce marittima: hanno terrazze e verande curatissime, ben arredate, con le sdraio e i fiori. L’effetto arcipelago persiste e mi viene quasi da dire che Stoccolma sia una città mediterranea, per la luce e l’apertura del suo orizzonte; nel 2011 settembre ha un clima splendido, generoso di cieli azzurri, movimentati dal vento e da nuvole di panna che viaggiano veloci. La Capitale è, allo stesso tempo, molto mitteleuropea per la pulizia urbana, la correttezza dei comportamenti, i mezzi di trasporto pubblici. La miscela mi conquista.
In questa prima visita non riesco a visitare i grandi Musei, ad eccezione di quello Storico che trovo allestito benissimo historiska.se skansen.se vasamuseet.se . Non vado a Skansen che pare sia il primo Open Museum d’Europa. Vedo le vecchie case operaie di Sodermalm Kakar ed il nucleo quasi marinaro di Djurgardsstaten. C’è abbastanza legno, abbastanza rosso svezia, abbastanza pece nera e atmosfera d’altri tempi. A Skippenholm (altra isola centrale) c’è un Museo all’aperto delle vecchie imbarcazioni: il Torstein, il Skoghall, la Else Nora, le altre. Sono ormeggiate così, in ordinata fila, senza tante storie e se vuoi puoi salire a bordo. Sulle banchine ci sono cantieri dove stanno costruendo altre barche, si vedono gli scheletri dello scafo. Un bell’ambiente.
Sull’isola di Djurgarten prendo un tram e trovo due posti visitabili, il Waldemarsudde e la Villa di Thielska, con i loro curatissimi parchi affacciati sui canali, i bookshop e le cafeterie. Tutto sembra fatto apposta per accogliere e farti godere un’insolita “campagna sul mare”, a qualche fermata da Sergels Torg la piazza centrale della Stoccolma moderna. Da lì, non lontano dai Magazzini Nordiska NM, con interni imperdibili, parte Drottinggatan la via dei negozi dove compero le tele di Ekelunds marchio svedese.
In Gamla Stam dove ci sono tutti i Palazzi Reali e l’Opera, evito accuratamente i souvenir ma trovo molto piacevole passeggiare, nelle stradine strette, tra case alte molto colorate e piccole piazze zeppe di giovani. Trovo un Ruby Bistrot al quale mi affeziono e ci vengo la sera. Sono stata anche al Bianchi Cycle&Cafè un bar di tendenza dedicato alle biciclette italiane: il cibo è normalmente internazionale, l’atmosfera piacevole e il servizio ottimo. Naturalmente vado alla Ostermalms Saluhall, il mercato coperto, dove mi innamoro di Lisa Elmqvist e mi porterei in albergo tutti i suoi tipi di aringhe.
VERDE SVEZIA – GLI ORTI URBANI
Con mio marito, torno a Stoccolma nell’estate del 2015: ho deciso che è una di quelle città dove lui si troverà bene, anche se non sono piene di meraviglie artistiche. Il primo posto dove andiamo è il Vasa Museet che ci conquista. Pensare che abbiano imbastito una esposizione così affascinante e coinvolgente usando una unica nave ci dovrebbe insegnare molto: sulla considerazione di sé come popolo, sui propri simboli e sulle vestigia del proprio passato. Cosa potrebbero fare, al Museo navale di Venezia con l’allestimento di un Bucintoro? Conquistati dal Vasa, dopo un passeggio immancabile a Skeppenholmen e a Djusgarden, decidiamo di fidarci delle Guide (la Routard e la Lonely Planet), e andiamo a visitare anche la zona degli Orti Urbani Koloniomrade e la collina di Fafangan verso Hammarby Sjo (vicino al Museo della Fotografia). Sono passeggiate molto gradevoli e mi confermano l’idea di metropoli arcipelago, campagna sul mare, con orizzonti luminosi. Ci spingiamo in periferia, fino al Cimitero di Enskede, Skogskyrgarden, patrimonio Unesco: pini, prati e immensa quiete. Scopro, leggendo, che Asplund il progettista si è ispirato a Liselund, nell’isola di Mon, dove vi ho portati nel Girolo Le ragazze Danesi.
SVEZIA DEL SUD, PROSSIMO GIROLO
Fuori dalla Capitale, andiamo nel prossimo Girolo: Stefano ed io, nel 2015, prendiamo un treno e passiamo sull’altra sponda, verso la Danimarca. Il Bohuslan è la regione protagonista di un’altra serie di Giallo Svezia, Editore Marsilio, autrice Camilla Lackberg. Il paese protagonista, Fijallbackha è da vedere. Ci andava in vacanza anche Ingrid Bergman.