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ELVO DORADO

L’Elvo è il fiume dell’Oro biellese: quando arriva in pianura, dalle parti di Mongrando, Borriana e poi giù nella Bessa, porta con sé scaglie preziose. Ci sono appassionati cercatori d’oro, tra cui il mio caro amico Stefano, nativo di Ponderano, Pondus (i romani ci pesavano l’oro); il primogenito di Stefano e Robi (Girolo Cornovaglia) si chiama Davide Elvino. A Ponderano, banale, è nato anche Gaspare, il pittore delle mie Madonne Bianche (Girolo). Oggi ci sono pochi resti di un Castello e, nella Chiesa Parrocchiale, un dipinto del Maestro. Però noi andiamo verso nord: da Ponderano, con la strada del Maghetto verso Mongrando (Girolo Lavatoio mon amour) e poi in su.

ALLA SCOPERTA DI:

OCCHIEPPO SONO DUE

Da Mongrando abbiamo tante possibilità di raggiungere Graglia, per Netro e Donato; per Camburzano; per Occhieppo e Muzzano. Occhieppo è divisa in Inferiore e Superiore. Nella parte bassa ci sono due cose notevoli. La Chiesa romanica di San Clemente, purtroppo chiusissima, dove ci sarebbero affreschi del De Bosis e di Gaspare da Ponderano: i miei pittori “semplici”. Leggo sulla Rossa del TCI che anche l’affresco esterno, una madonna con bambino, è pregevole: quello sono riuscita a fotografarlo. Poco oltre la Chiesa, c’è la seconda attrattiva, apertissima ma rigorosamente su prenotazione: è la Taverna del Gufo gestita dal Toio (omonimo di mio padre), ex maestro di sci del Mucrone, e dalla sua sposa in cucina. Consiglio una prenotazione dal Toio, senza esitazioni: si mangia veramente bene e si beve benissimo. Ad Occhieppo superiore c’è una Chiesa Parrocchiale Santo Stefano che ha un ciclo di affreschi molto ben conservato ed interessante in un’abside, che rimane medioevale, nel rifacimento barocco. Io vado matta per i coniglietti che saltano sul fondo blu-nero, rappresentando la fecondità e l’istinto all’accoppiamento. Una iconografia non proprio frequente, nella pittura religiosa. Questi animali stanno ai leprotti di Paolo Uccello, come le Madonne di De Bosis stanno a quelle di Lorenzetti e il Biellese alla Toscana, quanto ad Arte del Quattrocento: a ciascuno il suo. Ad Occhieppo superiore ci sono due piazze. Quella che vi accoglie, arrivando dalla parte Inferiore è vistosamente restaurata con un intervento scenografico che recupera brani di un muro medievale (non è Monteriggioni, a ciascuno il suo). Sulla seconda, di fronte a Santo Stefano, si affaccia una pregevole casa a ballatoio, restaurata e occupata dal ristorante Al vecchio Asilo. All’angolo con via Giacomo Borsetti intravedo una finestra art Déco nascosta e quasi inconsapevole, molto curiosa:  cerco informazioni al bar d’angolo, che si chiama Sut l’Ala e mi fanno vedere un libro dallo stesso titolo, che ne racconta la storia (l’ala era un porticato medioevale): la cortese signora, non sa, non ha letto, ma dice che se rivede l’autore (locale) gli chiederà una copia per me. Ai muri della Casa Déco ci sono scritte in latino e si intravedono all’interno vetri piombati floreali d’epoca: so che un giorno, per caso, ne scoprirò la storia (come per la Pincopatura di Sordevolo). A inizio estate 2022, appena fuori dalle piazze di Occhieppo Superiore, ho visto un raduno di mucche pezzate d’Oropa, che bevevano placidamente al ruscello, prima di salire in alpeggio. 

GRAGLIA CIULIN E TAHINE

Saliamo a Muzzano, che ha una piazzetta pittoresca con due chiese, di bella facciata. Qui hanno abitato i miei prima di Mongrando Curanuova: in una casa a ballatoio che non so riconoscere. Più avanti, verso Castellazzo, abitava una grande amica di mia mamma, Adelaide, la quale mi ha fatto scoprire la salsa di tahina: portava la pasta di sesamo un suo fratello Ingegnere, che lavorava in nord Africa ed era identico all’Hercule Poirot di Peter Ustinoff. Graglia paese è piccolo e raccolto attorno ad una piazza-strada (Astrua?), merita quattro passi. Vi accoglie una statua dedicata al Ciulin, il selciatore, che picchiava le pietre, mestiere tipico del luogo. A destra la vecchia censa (la tabaccheria, dove censa sta per Licenza dei monopoli di Stato), di fronte un ex Albergo All’Allegria. La piazza, con parrocchiale elevata tramite scalinate, è una specie di stradone allargato, su cui affaccia un secondo ex  Albergo al Sole. Un monumento all’Alpino biellese, una Ferramenta bazar che promette di avere qualunque cosa cerchiate (non proprio come a Basneng, ma insomma). Dentro la Chiesa, manco a dirlo, un cupolino che inganna l’occhio (è illusione dipinta, che pare vera). Una seconda Chiesa di Graglia è fuori dal centro verso il Santuario: in frazione Campra, sito idilliaco in vista delle Montagne, ci ho trovato una mostra di Ex Voto (nel 2021) e un organo decorato, con strumenti.

PASSARE LE ACQUE NEL BIELLESE

Voglio fare un girolo nel Tempo e andare ai miei bisnonni: il Cavalier Giacomo, Fornaciaro e la signora Maria nata Regaldo, possidente di terre, che vivono a Leynì.  Oltre che per le visite al Santuario di Oropa (Girolo Madonna Nera), i miei bisnonni torinesi frequentano il Biellese per passare le acque ai Bagni Idroterapici di Graglia, ogni Stagione (preceduti nel tempo dalla Duse, Giacosa e Carducci). Le foto, che assumono valore di documento storico, mostrano inequivocabilmente la facciata del Tempio, le absidi di San Carlo, il celebre burnel, la fontana con i mestoli per bere. Le deliziose bambine che compaiono con i loro nonni, negli abiti raffinati di organza estiva, sono la Girolona Giò e sua sorella Fil, che ormai conoscete. Nella loro infanzia Graglia, San Carlo, la Muanda sono stati uno scenario familiare, anche in virtù di un legame forte con i Vercellone-Buscaglione. Una seconda serie di fotografie d’antan mostrano ragazzine come bianche colombe sui prati di Graglia, nei Canalit, sulla Muanda, sotto tendalini per l’ombra, portando a spalle le gerle, brandendo rastrelli, mescolate ai ragazzi contadini del luogo. Nel 1932, Giacomo Miglietti Fornaciaro, scrive al figlio Luigi a Biella: mi auguro che Graglia mi faccia bene, mi snebbi un poco la testa. Non poterono nulla né le Acque né la Madonna, né le adorate nipoti: il Fornaciaro di Leynì era arrivato al capolinea. Io, purtroppo, l’ho conosciuto solo nelle Carte di Famiglia e in centinaia di fotografie dei suoi giroli al Gran Paradiso e in Val Susa. Un antenato fondamentale.

LA TOSSE DELL’ASINO E LA MADONNA NERA DUE

Quando io avevo l’età delle “bianche colombe”, mi venne prescritto un soggiorno terapeutico al Santuario, per curare la pertosse, detta in piemontese tus asnin’a, perché si manifestava con una specie di raglio asmatico. Non so dire se le proprietà taumaturgiche fossero dell’Aria o della Madonna. Ci passai un mese intero, con la nonna Delfina quella della foto d’antan, che a Graglia era di casa, amica dei Vercellone-Buscaglione ma anche della Madonna, in ogni sua declinazione: Nera d’Oropa o Consolata di Torino o di Loreto, venuta ai Bagni di Graglia, anche Lei. Al Santuario, ovviamente, c’era e c’è un Ospizio dei Pellegrini, oggi promosso come  Albergo con appartamenti d’epoca, ma la nonna ed io eravamo all’Albergo Eco (trasformato in appartamenti?) il quale deve il nome al fenomeno vallivo di ripetere parole endecasillabe (cioè lunghe): sembra sia raro. Al Santuario hanno lavorato Arduzzi (lo stesso di Oropa) e Vittone, architetti sabaudi. La Chiesa  nasce come ampliamento di una originaria Cappella della Madonna di Loreto, anche lei Nera, facente parte di un arditissimo progetto di Sacro Monte, sui colli di San Carlo: ove resta l’unica altra cappella realizzata. A Graglia è un trionfo di cupoloni, cupolini e una Sacrestia, dove l’illusione barocca si scatena. La facciata di mattoni non è mai stata rifinita con i marmi previsti, resta lì come un pezzo di residenza sabauda, una Cavallerizza di Venaria o una Manica di Rivoli. Girolando  a piedi, appena fuori Santuario, si trovano case rurali interessanti e anche belle ville, come la Gualco e la Wilby,  dei tempi in cui i miei bisnonni passavano le acque. Acque, Boschi, Valli e Creatività: per il Biellese il Passato è il Futuro? O possiamo confidare solo nelle Madonne?

Il Biellese era a tutti gli effetti 

una piccola capitale, 

Estiva vacanziera gaudente e borghesissima

l’alta società in trasferta

 località esclusive di livello assoluto, il top.

AA.VV PASSARE LE ACQUE NEL BIELLESE , DOCBI 2014

Il Biellese è un’Isola.

Non ci arrivi se non vuoi VERAMENTE.

AVALLONE 2022, DOCUFILM BIELLA, FUTURO PRESENTE (CON M.PISTOLETTO) YOUTUBE