BIELLA SPRITZANTE
BOT e BTP
Il Bar della Piazza di Ronco, durante la Pandemia Covid-19, ha scritto sulla lavagna: investite in BOT bar osterie e trattorie o in BTP bar trattorie pub. Può essere questa la cifra per Girolare nelle isole del Biellese? Ho lasciato Biella, nel 1972, mi sono naturalizzata veneziana e sono tornata dopo un mezzo secolo con l’abitudine allo spritz. Oltre a me è cambiato tutto: il Millennio, la Manifattura, la socialità online e i riti delle ore allegre. Naturalmente anche a Biella ha dilagato l’abitudine di darsi “buon tempo”, bevendo: quando tornavo da Venezia, ancora negli anni Ottanta, chiedere un bicchiere di vino nei bar di Biella sembrava fuori luogo e forse se avessi chiesto lo spritz nemmeno mi avrebbero capita. A volte Claudio, cultore del Cartizze (che veniva a prendere in Veneto), si concedeva un Camparuccio. In casa di mia Nonna Delfina c’erano i bicchierini da Vermouth, marca Carpano, ma era lo zio Jaco Perry (batterista jazz) l’unico a servirsene. Non voglio qui dissertare sull’origine dello Spritz (austriaco, veneto, padovano, lagunare?), né sul ruolo svolto dopo il 2000 dalla ditta dell’Aperol (ditta Campari), nel suo lancio su scala globale: un successo formidabile (girolo Padova 2). Io lo bevo col Bitter (ditta Campari) e Stefano al Select, bevanda nata in un Sestiere di Venezia e denominata, pare, da D’Annunzio (Selectum): faccio mente locale che il Vate era molto prodigo di nomi per le bevande, come il Sangue Morlacco di Zara (ditta Luxardo); forse era, come me, un cultore della materia. La ditta che produce il Select, Pilla di Padova, sta lavorando ad un lancio massivo, sfruttando il legame con Venezia, dove ha ricomperato una Sede. Io, bastian cuntrari, voglio fare un girolo di spritz a Biella e più in generale di aperitivi, apperò.
ALLA SCOPERTA DI:
LO SPRITZ NON È UN COCKTAIL
Considerare lo spritz tra i cocktail tradisce la sua origine: vino bianco (fermo) allungato col seltz, spritz liscio, cui poi venne aggiunta la correzione del vermuth. Il ghiaccio lo allunga e ne fa una bibita per bambini, una specie di spuma. Sul fatto che lo spritz debba essere fatto col Prosecco, preferisco tacere: chè, se tutto ciò che spacciamo per prosecco venisse dall’area DOC, le colline da Valdobbiadene arriverebbero in Cina. Alla fine, queste modifiche modaiole, permettono di prezzare lo spritz come fosse un Americano, bevuto al Waldorf Astoria di NY. A Biella (anche altrove!) mi è capitato di pagarlo anche 7-8 euro, con opzione di chips o bagigi, portati solo “se volevo”. Il bello dei locali pubblici è che puoi NON tornarci. In città e nel circondario ci sono i locali buffet e quelli coi “taglieri”, per l’apericena: neologismo che spopola; infine, ci sono locali dove pagate caro, ma vale la pena. La Girolona, lo sapete, NON è una Guida in nessun senso: va a memoria, non è precisa, dice quello che le piace e omette quello che non le piace (è gesuita); e poi prezzi e gestioni dei bar cambiano spesso. Nel complesso Biella è molto meno severa rispetto agli anni ‘70, come si sa “di piombo”. Si presenta più gourmet e più happy, pronta a stare nel giro. Mi dico che Benedetto Carpano è nato a Bioglio e pare abbia inventato lui l’Aperitivo, cioè il Vermuth, liquore di erbe che mutua il nome dal tedesco Wermuthwein, cioè assenzio. In fondo nella Valle del Cervo c’è il Ratafià , liquore di ciliegie nere e altri frutti, che potrebbero “sporcare” il vino bianco col seltz, come si fa col sambuco dell’ormai universale Hugo.
Considerare lo spritz tra i cocktail tradisce la sua origine: vino bianco (fermo) allungato col seltz, spritz liscio, cui poi venne aggiunta la correzione del vermuth
GIROLO DI SPRITZ
Comincio dai miei prediletti. La Società Operaia di Donato, che serve piatto di compagnia allo spritz variabile e generoso (Girolo Lavatoio). La Club House del Rugby Biella, dove le porzioni sono da pilone di mischia, con focaccia, salumi, formaggio, frittata, varie ed eventuali. Dico qui che, dai campi del Rugby Biella BRC, c’è una vista delle Montagne Biellesi, magnifica al tramonto e superba con la neve. La Trattoria Roma (vicino all’ITI, in Vernato) non ama fare gli spritz, ma se andate da Orazio, alla Cooperativa del Favaro 1872, ve lo fa bello carico e potete anche giocare alle bocce, con lo sfondo delle Montagne. In zona Duomo, i miei apperò sono soprattutto calici di vino, senza sporchessi: mi piace Da Matteo, che è anche un ristorante raffinato. Vi portano un piatto di compagnia ricco e fragrante, che si paga volentieri. Mi piace il Laboratorio di fianco alla Prevostura che forse c’entra con Matteo e ha il dehors sotto i portici, era ora. C’era un pub in via Marconi (Golden?) dove una sera, per 5 euro, lo spritz era accompagnato da frittata calda, salumi affettati a vista, focaccia. Però ha chiuso. L’apericena è in uso al Bruticella, in via San Filippo, di fronte alla “gioielleria gastronomica” Mosca 1916: ci sono stata diverse volte, sempre contenta del buffet casalingo, fantasioso e ridondante, all you can eat. Posto storico, che ha cambiato tante gestioni, in via Marconi, di fronte all’ex A&O Tosetti, il Barolino 1911: anche qui ho trovato spritz con side dish generosi, preparati da una ostessa degna di Fellini e con una fauna di clienti da manuale. Ultimamente, al Barolino è cambiata l’ostessa, peccato. Il Bar del Quartiere Affari, Esperienza Divino, ha cambiato molte gestioni: prima della Pandemia era sulla mia short-list per qualità-prezzo, gentilissimi, affettavano a vista e tornavo a casa sfamata; adesso fa anche serate a tema ed è affollatissimo, anche sotto i portici. Nella parallela via Eugenio Bona, il 13900 si proclama Cocktail Lounge, è ricercato e costoso, ma l’unica volta che ci sono stata ho bevuto un Vigile Urbano, cocktail ottimo, con spiedini di gamberi tempura (ordinati e pagati a parte), davvero rimarchevoli.
GIRO LARGO
Insospettabile l’aperitivo nella panetteria di Salussola, strada per Cavaglià, Fresco ma Caldo di Veronica: piatto stracolmo di focacce (una con la bagna cauda!!) sfoglie fresche ma calde, squisitissime (chiuso la sera). Se fare aperitivo significa tirare tardi in compagnia, potete andare a Villa Piazzo a Pettinengo o a Villa Cernigliaro a Sordevolo: il primo meno costoso, con panorama impagabile (Girolo Piatto Pettinengo) il secondo più ricercato, con intimità da parco privato, con serre e candelieri. Durante Fuoriluogo 2022 ho potuto entrare in Villa Cernigliaro, come sistemata da Chevalley nel Novecento: interni interessanti, un mesclùn neo-tutto, e belle terrazze adatte agli apperò. A Sordevolo, un aperitivo robusto potete berlo ai 4 Folli o al Bar Wool 2.0. A Biella Piazzo vanno bene tutti i bar col dehor, attorno a Piazza Cisterna, ma sottolineerei l’Avvelenata (meglio un buon vino che lo spritz) e Palazzo Ferrero, nella corte: l’ambiente vuole la sua parte, se vi adattate ai loro orari. Salendo al Piazzo sono stata tentata di vedere I Faggi, la bella villa giallo crema, con terrazza su Biella Piano: era metà mattina e in mezzo ai tennisti mi sono inibita e ho ordinato un cappuccino!
GIRO IN CENTRO
Torno sempre volentieri al Glamour, luogo di ore allegre dei biellesi “bene” nei locali che, per noi giovani anziani, sono il vecchio Fortunio, appena iniziata via Italia. Al Loft, via Italia angolo via Mazzini, sono modaioli ma ci sanno fare con bevande e piatti di compagnia. L’Odeon wine bar in via Torino, ha vini da signori e prezzi da Re. Non distante, ha aperto nel 2022 l’Ulivo, che punta su prodotti pugliesi DOC, un apericena importante. Recentemente con Stefano abbiamo provato il Tast al vin, via Italia, dentro un cortile: gentilissimi e buone etichette. In Riva, Piazza Fiume, c’è un Caffè della Piazzetta, con dehor, che si comporta bene; come il Barettino in via Italia e il locale sulla rotonda Menabrea, che si chiama Senza Tempo: ve lo suggerirei, però, per un panino a pranzo, perché li fanno veramente buoni e strapieni. Lo stesso direi dei locali attorno a Piazza Curiel, meglio per una pausa pranzo che per un apperò. Chi prepara buoni snack dovrebbe anche servire buoni piatti di compagnia, ma è una regola irregolare. Un locale d’antan, come il Caffè del Teatro, di fianco al Sociale Villani, si comporta come deve: insieme agli aperitivi serve sfoglie salate e canapè, vecchio stile. Sono diventati ormai rarissimi i “vecchi” salatini con acciughe, wurstel, erbe, mozzarella, li serviva Ferrua, per esempio, che non esiste più. Sorpresa di dicembre 2022: entro da Cortinovis, la bottiglieria via Losana angolo via Gramsci, che nella mia memoria vendeva e basta. Lo spazio interno è stato, invece, attrezzato con tavolini e servono aperitivi e ottimi vini, con un piatto di stuzzichini accurato: prezzo inatteso, perché moderato. Quello che vi dicevo all’inizio, vi ridico alla fine: non esiste uno standard di prezzo, men che meno di prezzo-qualità; tocca bere parecchio, per poter scegliere dove bere bene, pagando il giusto.
LA LINEA D’OMBRA
Prendo a prestito il titolo di Conrad, giocando sul senso veneziano di ombra, un goto de vin fuori pasto. L’asse dei Viali Matteotti e Lamarmora mette in fila alcuni locali che lungamente si sono mostrati scettici verso la moda dell’happy hour, ma si stanno evolvendo. Tengo d’occhio questa linea d’ombra, da un lustro, verificando con metodo i suoi locali e i suoi avventori. Lo storico Bar Beni, angolo viale Matteotti-via Italia sembra aver ceduto alle sirene aperitive: propone addirittura una happy-pinsa e ho trovato ottimo il rapporto prezzo qualità dei suoi cestinetti-di-fritto (al momento), con uno spritz che, nonostante il ghiaccio, restava bello tosto. Il Bar Bretagna, Matteotti angolo Repubblica, sotto la Casa Liberty Floreale (Girolo Biellese di Ferro Battuto), resta indecifrabile, ma proprio per ciò da tenere sotto osservazione. Passati i Giardini Zumaglini, c’è il Rinald Bar, che sembra quasi riservato agli habituè: spesso non ha tavolini liberi (buon segno) e un’atmosfera da circolo dei soliti noti. È ricco, sotto ogni profilo, l’apericena della Bodega de Lopez, zona Esselunga-torre Sella, in Viale Lamarmora: un bar che offre anche ricche colazioni, con croissant speciali. 015Biella Bar ha, da poco tempo, qualche cliente in ora aperitivo: li merita perché sono gentili e accurati; il vicino bar Bar ritira i tavolini giusto alle 19.00, messaggio molto chiaro. In fondo al viale Lamarmora, in Vernato, il Three Tree, con le sue 3 splendide piante di caco, ha un ambiente luminoso e fashion adeguato al restauro della Provincia: ma di sera è chiuso. Tra il Viale e Corso Risorgimento ci sono altri 2 bar molto in ombra (uno sta cedendo la gestione) e sono tentata a volte di sondarne gli avventori, ma ‘sta nen bin, direbbe la mia bisnonna Regaldo. Le mie antenate inorridirebbero, pensandomi una “donna da bar”, ridotta a chiacchierare con i Santi Bevitori!! Il bar d’angolo Delleani-Risorgimento ha un foglio scritto a mano, quasi commovente: per 2 euro potete avere salatini con l’aperitivo, lo devo provare! A due civici da casa mia, c’è un locale con ottima piccola cucina: sono gentilissime e creative, ma chiudono presto. Dopo casa mia, un bar “orientale”, reame di Santi Bevitori a tutte le ore. La Linea d’ombra, si allunga.
MA, BIELLA VUOLE SPRITZARE??
La vera indole biellese resta operosa e schiva, la Speransa l’è ‘n’tal travaj, non nel Vermouth. Anche quando imita le abitudini glamour o trendy, la mia città natale non è mai veramente spritzante. Anche se siete allegri, se fate flanella (dal francese flaneur), se volete darvi ore felici spritzando, ‘sageruma nen.