BIELLA DENTRO
BIELLA: PURCHÉ SE NE PARLI
Utilizzo il vecchio aforisma di Oscar Wilde: parlate pure male di me, purché ne parliate. Zerocalcare ha scelto Biella -senza conoscerla- come città di cui ha sentito dire che è “morta dentro”: così compare nelle 6 puntate di Strappare lungo i bordi, su Netflix. Un riflettore puntato sulla mia città natale, che ne avrebbe tanto bisogno. Le polemiche (Sindaco, Gramellini, Giletti) potrebbero ottenere una risonanza, per Biella, che non ho sentito all’uscita della Guida 111 luoghi che dovete assolutamente vedere o per il romanzo Un’Amicizia della biellese Avallone, che qualcosa sul disagio dentro ci dice. In somma, ben vengano le occasioni di far girolare il nome di Biella e qualche voce contrastante (primabiella.it), purché -appunto- si parli di lei. Io, da qualche anno, colleziono le mie personali “cose assolutamente da vedere” e qualcuna l’ho già proposta, nei due Giroli Biella Novecento, nonché nei miei Lavatoi Mon amour (con 3 sequel), in giro in giro per il Biellese, a cominciare dalla Valle Cervo. Sono in uscita Blu Madonna (Oropa) e Le mie Passioni (Sordevolo). Quindi, colgo l’attimo della polemica su una città “morta dentro” e vi propongo un Girolo Biella dentro, sapendo benissimo che “cose belle da vedere” non rendono vivace un tessuto sociale: ho lavorato troppo a lungo su Venezia, per non saperlo! Lascio agli economisti e ai sociologi, ai politici, ai giornalisti il loro mestiere: girolo dentro Biella e vi propongo i miei punti di vista. A cominciare da una stampa di Bugella, originariamente in bianco e nero, che da ragazzina avevo colorato coi pastelli: colorare Biella, una metafora?!
ALLA SCOPERTA DI:
LE COSTE DEL PIAZZO
Approfitto dell’immagine proposta nel fumetto, la casa a graticcio che sta in piazza Cucco, dove approda la Funicolare che da Biella Piano sale a Biella Piazzo: inizio qui il mio Girolo “dentro”, dalla parte più vecchia di Bugella, che negli ultimi venti anni (almeno) ha compiuto un recupero formidabile dei propri Palazzi (Ferrero, Gromo Losa, Lamarmora), per mano pubblica e privata. Prima della Pandemia una iniziativa importante, per Biella, sul Rinascimento aveva messo in rete diverse sedi in cui era possibile farsi un’idea degli splendori moderati che l’epoca ha vissuto, anche qui, terra al margine e di indole austera, grazie ai Signori locali, specialmente Sebastiano Ferrero. Gli stessi Palazzi sono abitualmente sede di iniziative, Mostre, Eventi e Convegni, oppure di “semplici visite” a stanze e giardini: niente di sfarzoso, che urterebbe la morigeratezza biellese, ma sicuramente parecchia eleganza decorativa (palazzolamarmora.com). Il Piazzo nel suo complesso è una “stanza di museo all’aperto”: da qualunque parte accediate alla spina dorsale che è il Corso Avogadro, camminate sui ciottoli, tra case antiche o vecchie, con al centro una Piazza Cisterna che non ha stonature edilizie: vanta la continuità di portici ribassati, con botteghe, ristori e bar; pregevoli decori in cotto, qualche lacerto di affresco ed una atmosfera di salotto. Il “borgo” non è molto famoso, tuttora, e quando abitavo a Biella era addirittura “fuori mappa”, per un cospicuo degrado e qualche mala fama notturna. Poi, si è affermato, almeno localmente, come un buon posto. C’è al Piazzo in vicolo del Bellone, la Sinagoga Ebraica, dove dicono si conservi la più antica delle Torah (XIII secolo). La Chiesa di San Giacomo, medioevale è quasi sempre chiusa, ma avrebbe affreschi di Daniele De Bossis, un artista “minore” di pregio.
Mi è capitato di poter visitare Palazzo Poma Guagno, vicino alla Chiesa barocca di Sant’Anna, che è un Pensionato per anziani, solitamente non accessibile al pubblico: meriterebbe dei restauri. Vi dico i posti del Piazzo dove vado a fare colazione o a cena: Osteria Cucco La Civetta (adiacente alla casa del fumetto), Osteria Due cuori, Cremeria del Piazzo e Vineria l’Avvelenata.
Per raggiungere Biella Alta, oltre alla Funicolare potete arrampicarvi per le famose Coste: delle Noci, del Vernato, del Piazzo, San Sebastiano. Son stradiòle fuori dal Progresso, davvero gradevoli, benché toste in salita e infide in discesa (ci sono lunghi tratti di corrimano e di gradoni). A scorci pittoreschi e vedute sul Piano, si aggiunge qualche rara bella casa, come quella a graticcio, detta della Sindone, dopo la facciata barocca di San Nicola (Costa Vernato) o quella con bellissimi decori di cotto Casa Messerano, deviando verso il rione Thes. Ci sono anche vecchi opifici per la concia delle pelli, dismessi o riusati, testimoni di una anima che Biella aveva fortissima, ma è sparita dalle nostre città, non solo qui. C’è qualche recupero felice, alla base del Piazzo, l’ex Maglificio Boglietti dietro Piazza Curiel (ora Opificiodellarte.it) e le ex conceria Magliola-Bersano e Varale in via Ivrea.
Vecchi opifici per la concia delle pelli, dismessi o riusati, testimoni di una anima che Biella aveva fortissima
La Costa San Sebastiano sbuca di fronte alla Chiesa omonima, con decori in cotto; il Chiostro e l’annesso Convento sono sede del Museo del Territorio Biellese che, grazie alle Collezioni private, ha una selezione insospettabile di opere: Signorini, Fattori, Balla, Magritte, Klee, Chagall, Mirò, Fontana e naturalmente Delleani e Bozzalla. La mia passione assoluta è un piccolo Carrà, Meriggio a Sagliano, di cui è impossibile trovare riproduzione. Dovete andare a vederlo proprio a Biella. La sezione degli Old Master espone affreschi staccati in giro in giro dalle chiese biellesi ed alcuni raffinati “minori” del Cinquecento come Lanino, Giovenone, Oldoni, Allasina, Defendente Ferrari. Di quel periodo è la Chiesa di San Sebastiano, architettura lombarda decorata a grottesche, elegante senza smancerie. C’è una statua di Madame Lamarmora, nata Berthier Mathew; un pregevole affresco del Golgota, di anonimo, che io trovo meriterebbe maggiore fama. Andando verso il Duomo e il Battistero (vera icona cittadina), lasciamo in Piazza Lamarmora due Giardini privati, ugualmente deliziosi: quello di Villa Boffo, dove ci si può ristorare in un giardino biodinamico; e quello privatissimo di Casa Gaia, (aperto durante Fuori Luogo Festival Letterario), con alberi da frutto. Biella dentro è più viva di quanto non lasci vedere.
IL CRISTO DELLA DOMENICA
Devo essere sincera, il Duomo di Santo Stefano è bruttino (neogotico infelice), e la Chiesa che c’era prima, Santa Maria al Piano dobbiamo proprio rimpiangerla (le sue foto sono al Museo). Dentro, attraversate le chiare e anonime arcate, si raggiunge una cappellina residua, che conserva un bell’affresco di Madonna col bambino, ma soprattutto il cosiddetto Cristo della Domenica. Trattasi di iconografia rara, ma quanto mai appropriata all’indole laboriosa dei biellesi: ricorda di santificare la Domenica, deponendo gli attrezzi, in questo caso quelli della tessitura. Il Cristo ha sulla pancia uno strumento tipico dei lanaioli: una grande lama che serviva per “depilare” le pezze (rasarle) e veniva collocata attorno al collo dell’operaio, affinché le sue spalle ne reggessero il peso e consentissero alle braccia di azionarla, perpendicolare al corpo, parallela alla pezza. Il Cristo lanaiolo non è un capolavoro d’arte, ma è simpatico e molto esplicativo del genius loci, di come sono i biellesi dentro. Usciamo nella piazzetta laterale del Duomo, di fronte al Municipio ed eccolo, il gioiello di Bugella: un Battistero medioevale, di rare proporzioni, nella sua estrema semplicità. Rude come una baita di alpeggio, spoglio fuori e dentro, molto biellese. Non vorrei dire la solita frase “se fosse in Francia avrebbe 500 mila visitatori l’anno”, è già molto che sia sempre illuminato di notte e ben conservato. Alle spalle del Battistero, all’altezza della bella Chiesa della SS.Trinità siete in Via Italia che resta lo struscio biellese nonostante il centro commerciale Gli Orsi: verso le montagne, arriva fino al rione Riva (zona Città dell’Arte di Michelangelo Pistoletto, Fondazione Sella); verso la pianura è piena di bei negozi e caffè, fino all’apertura dei Giardini Zumaglini e dei dismessi Lanifici Rivetti. Per questo vi affido a due Guide: la già citata 111 Luoghi e la Guida di ATL Biella, curata da Ghirardello, storica dell’arte. Su Pistoletto e Città Creativa Unesco vi consegno ai Siti atl.biella.it/patrimonio-unesco biellacittacreativa.it. Giroli a Biella e nel Biellese ve ne proporrò molti, nella Rubrica Fuori porta che ha sostituito quella In Clausura: un auspicio per il 2022! Quanto a Zerocalcare, ci ho pensato mentre girolavo dentro Biella: grazie di averla usata per caso, e senza conoscerla, che se ne parli!!